Gli obiettivi catadiottrici
Le dimensioni di un'ottica variano, grosso modo, in base alla sua lunghezza focale. E' per questo motivo che i teleobiettivi tradizionali sono piuttosto ingombranti. Il catadiottrico è un obiettivo del tutto particolare: il suo schema costruttivo comprende, infatti, oltre alle lenti anche due specchi, uno concavo e uno convesso. Grazie ad un sistema di riflessioni interne, è possibile ridurre la lunghezza totale dell'ottica di circa 2/3 rispetto ad un obiettivo a lenti di pari focale. Lo schema ottico dei teleobiettivi a specchio è così costituito: una lente frontale raccoglie i raggi luminosi provenienti dal soggetto e li invia ad uno specchio concavo a forma di corona circolare. Quest'ultimo riflette la luce su uno specchio secondario, di forma convessa, che a sua volta la rinvia sul sensore/pellicola. Si tratta, in effetti, di telescopi Cassegrain in miniatura (hanno il fuoco dietro lo specchio principale, quello bucato). Proprio per il suo particolare schema costruttivo, non ha diaframma regolabile e, di solito, ha apertura massima f/8.
I vantaggi sono la compattezza, la leggerezza e l’economicità rispetto ad un teleobiettivo a lenti di pari focale. La qualità dell'immagine è, però, inferiore. Famosi, qualche decennio fa, gli MTO russi, da 500 mm o 1000 mm di focale. Oggi esiste un catadiottrico Sony da 500 mm di focale e f/8 di luminosità.
Lo sfocato di un catadiottrico è particolare: data la metodologia costruttiva, i punti fuori fuoco assomigliano a delle ciambelle e, per questo, non lo consiglio.
Alcuni fatti sono però incontestabili:
Il catadiottrico costa meno di un'ottica a lenti corrispondente (non considero i vari Ultramega Ceppar economici e di bassa qualità);
Il catadiottrico è meno ingombrante (ma non necessariamente più leggero) di un'ottica a lenti corrispondente;
Il catadiottrico non può essere diaframmato. Perciò la profondità di campo diventa un problema. Ricordate che parliamo di 500 m e, a f/8, la profondità di campo è di soli 12 cm a 10 m di distanza. Se scendiamo a 5 m allora la PdC è di soli 3 cm! Siccome una focale così lunga si usa, di solito, per fotografare animali, se scattiamo immagini ad un cavallo (un vero naturalista parlerebbe di stambecchi o camosci) avremo a fuoco l’occhio ma non il naso;
Il catadiottrico, come dicevamo, trasforma i punti di sfocatura in ciambelle. Io lo considero un fattore di distrazione dal soggetto principale dell’immagine e comunque, ribadisco, a me non piace.
In conclusione la scelta è personale, da effettuare in base alle proprie esigenze di ripresa ed al proprio budget.
©2009 Aristide Torrelli