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La correzione dell’esposizione

 


Perché dobbiamo compensare?

 

Quando si fotografa, non bisogna mai credere pedissequamente all’esposimetro. Lettura media, prevalenza al centro, nido d’ape, matrix, spot, sono tutti sinonimi di “proposta di coppia tempo/diaframma da parte dell’esposimetro, per quella sensibilità ISO”. Perché proposta? Perché, in base al soggetto, dovrò applicare delle correzioni per rendere l’immagine coerente con quanto visto.

Gli esposimetri delle odierne reflex misurano la luce riflessa dal soggetto e, qualcuna, anche i colori. La misurazione è generalmente di tipo TTL (Trough The Lens, attraverso l’obiettivo) e si comporta egregiamente la maggior parte dei casi. Ci sono però situazioni in cui tale misura mostra dei limiti e diventa necessaria la compensazione dell’esposizione.

Il sensore di misura è calibrato per dare esposizioni corrette sotto certe condizioni, cioè quando la scena ha una riflettenza uguale a quella di un cartoncino grigio con riflettenza al 18%.  Perché è stato scelto questo valore? Perché si è visto, nel tempo, che il valore medio di riflettenza di una tipica scena è il 18%. Se vi guardate intorno, potrete vedere delle macchine rosse (12%), un cielo blu (5%), un cane scuro (80%), un muro bianco (5%) e così via. Mediando questi valori otteniamo il famoso 18%. Ma se il valore fosse diverso dal 18%? Le case costruttrici hanno pensato a sistemi di misurazione particolari, a media pesata o matriciale, per risolvere questo problema. Si può anche passare alla misurazione spot per selezionare e misurare quella parte della scena che ha riflettenza del 18%. Attenzione anche ai colori. Guardate questa sequenza:

 

 

Ci credereste che tutti questi colori hanno riflettenza del 18%? Eppure sembrano scuri. E’ il cervello umano che compensa.

Se abbiamo una misurazione che necessita di correzione, ecco una tabella di proposte:

 

Riflessione del soggetto

Esposimetro

Correzione

Esempi

Più del 18%

Sottoespone

+

Neve, primi piani di soggetti bianchi o gialli, alba, tramonto, controluce…

18%

Espone correttamente

nessuna

 

Meno del 18%

sovraespone

-

Foreste (verde scuro), ombre, soggetti chiari su sfondo nero…

 

 

Introduciamo ora un concetto necessario per effettuare in pratica la correzione dell’esposizione, il Valore d’esposizione (Exposure Value, EV)

 

Il valore d’esposizione (EV) è l’unità di misura che si usa quando si parla di differenze di esposizione, ecco perché è importante conoscerla. In parole povere, 1 EV di differenza significa aprire/chiudere il diaframma di un valore ovvero raddoppiare/dimezzare il tempo di esposizione. Cioè 1 EV equivale ad un raddoppio o ad un dimezzamento della luce che raggiunge il fotogramma.

Facciamo un esempio pratico: la nostra fotocamera misura una esposizione con la coppia tempo/diaframma di 1/125s e f/8. Se volessimo correggere l’esposizione di +1 EV, dovremmo impostare 1/60s f/8, oppure, in modo del tutto equivalente, 1/125s f/5,6. In questo modo facciamo entrare il doppio della luce.

Se volessimo correggere l’esposizione di -1 EV, dovremmo impostare 1/250s f/8, oppure, in modo del tutto equivalente, 1/125s f/11. In questo modo facciamo entrare la metà della luce.

Il valore EV della coppia 1/125s f/8 è lo stesso della coppia 1/250s f/5,6 e della coppia 1/60s f/11. La quantità di luce trasmessa al fotogramma è la stessa in tutti e tre i casi, ovviamente a parità di sensibilità ISO.

 

 

Scala dei tempi

 

1s   1/2s   1/4s   1/8s   1/15s   1/30s   1/60s 1/125s   1/250s   1/500s   1/1000s

 

 

Scala dei diaframmi

 

1   1.4   2   2.8   4   5.6   8   11   16   22   32   45   64

 

 

Tabella con alcuni valori EV (i valori EV continuano prima di -1 e dopo 14).

 

Tempi di esposizione in secondi o minuti (m) per vari EV e diaframmi (f)

EV

f

1.4

2.0

2.8

4.0

5.6

8.0

11

16

22

−1

4

8

15

30

60

2 m

4 m

8 m

16 m

0

2

4

8

15

30

60

2 m

4 m

8 m

1

1

2

4

8

15

30

60

2 m

4 m

2

1/2

1

2

4

8

15

30

60

2 m

3

1/4

1/2

1

2

4

8

15

30

60

4

1/8

1/4

1/2

1

2

4

8

15

30

5

1/15

1/8

1/4

1/2

1

2

4

8

15

6

1/30

1/15

1/8

1/4

1/2

1

2

4

8

7

1/60

1/30

1/15

1/8

1/4

1/2

1

2

4

8

1/125

1/60

1/30

1/15

1/8

1/4

1/2

1

2

9

1/250

1/125

1/60

1/30

1/15

1/8

1/4

1/2

1

10

1/500

1/250

1/125

1/60

1/30

1/15

1/8

1/4

1/2

11

1/1000

1/500

1/250

1/125

1/60

1/30

1/15

1/8

1/4

12

1/2000

1/1000

1/500

1/250

1/125

1/60

1/30

1/15

1/8

13

1/4000

1/2000

1/1000

1/500

1/250

1/125

1/60

1/30

1/15

14

1/8000

1/4000

1/2000

1/1000

1/500

1/250

1/125

1/60

1/30

 

Le moderne reflex offrono la possibilità di correggere l’esposizione in passi di 1, ½ e 1/3 di EV, lavorando in modo diverso a seconda dell’impostazione della fotocamera (P. Av, Tv).

I tre programmi automatici principali sono:

 

 

I simboli usati (P, Av, Tv) son quelli di Canon. In realtà non esiste una univocità di nomenclatura, perciò è meglio leggere il manuale.

 

La giusta correzione

 

Diaframmi di compensazione

Descrizione

+2 ½

Bianco senza dettagli

+2

Chiarissimo

+1 ½

Molto chiaro

+1

Chiaro

+1/2

Leggermente chiaro

0

Grigio medio

-1/2

Leggermente scuro

-1

Scuro

-1 ½

Molto scuro

-2

Scurissimo

-2 ½

Nero senza dettagli

 

Di quanto si deve correggere una scena? Meno male che esiste l’istogramma che ci aiuta. Comunque una scelta iniziale va pur fatta ed allora ecco i miei consigli.

Attenzione che i sistemi di misurazione esposimetrica più sofisticati, hanno bisogno di correzioni inferiori. Comunque farete subito la mano con la vostra reflex ed il suo esposimetro.

Alcune reflex utilizzano scale che non indicano i valori EV ma valori decimali. Ecco la corrispondenza:

 

Valori mostrati

-1

-0.7

-0.5

-0.3

0

+0.3

+0.5

+0.7

+1

EV corrispondenti

-1

-2/3

-1/2

-1/3

0

+1/3

+1/2

+2/3

+1

 

 

Ancora in dubbio? Utilizzate il bracketing dell’esposizione.

 

Capire se compensare in più o in meno è facile. Capire di quanto compensare è un po’ più difficile. Può essere utile, allora, prendere più immagini con differenti valori di esposizione e poi scegliere quella che più rende l’atmosfera del momento.  Questo lo si fa con il bracketing o esposizione a forcella. Perché a forcella? Perché si scattano 3/5 immagini con variazioni di esposizione ben predefinite, in meno ed in più rispetto a quella considerate giusta dall’esposimetro (da cui la forcella intorno al valore “corretto”). Su una Canon si tratta di attivare la scelta di menu “AEB” (Auto Exposure Bracketing) e scegliere di quanto fare larga la forcella (fino a due EV in passi da 1/3). A questo punto si scatta tre volte in successione ed il gioco è fatto. Questo modo di scattare è anche propedeutico per una trattamento HDR dei file.

Insomma, a volte è meglio sprecare un po’ di pellicola/spazio su scheda che perdere un momento significativo per una esposizione che non si sa come correggere.

 

-2 EV 
(sottoesposizione: effetto silouette)

Nessuna correzione

+2 EV 
(sovresposizione)

 


©2009 Aristide Torrelli