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Il digitale, i forti ingrandimenti, il Circolo di Confusione e il micro mosso.

 


 

Con l’avvento del digitale, comincia a farsi strada la voglia di stampare grandi formati (30 x 40 cm o anche di più). Sembra come se tutte le paure dell’ingrandimento dei tempi della pellicola siano svanite. Eppure non tutti i file si possono ingrandire a dismisura. E poi si devono anche tenere presenti alcune cose che cambiano nella fase di ripresa, se vogliamo ingrandire. Tutto è legato al circolo di confusione, che impatta sulla profondità di campo e che evidenzia anche il micro mosso. Andiamo a svelare alcuni di questi misteri.

 

Il Circolo di Confusione

No, non è un gruppo di fotografi che discute di profondità di campo! Immaginate la luce che, partendo dal soggetto, attraversa l’obiettivo e arriva sul sensore. Solo il soggetto alla distanza a cui è regolata la messa a fuoco dovrebbe apparire ben focheggiato ma, a causa di limitazioni dell’occhio, una zona ben più ampia si vede a fuoco nella fotografia. Questa zona, o meglio l’insieme delle distanze che la rappresenta, si chiama Profondità di Campo, PdC.

In figura vediamo che un soggetto a distanza p dall’obiettivo (semplificato in una semplice lente), viene messo a fuoco a distanza q dietro la lente (i raggi rossi convergono in un punto sul sensore). I raggi blu, collegati ad un soggetto più lontano dalla lente, convergono in un punto davanti al sensore. Perciò, quando arrivano al sensore, formano un circolo di piccole dimensioni. Anche raggi legati ad un soggetto più vicino alla lente, convergendo dietro il sensore, formano un circolo sul sensore.

 

 

Questi circoli si chiamano Circoli di Confusione, CdC. Se il CdC è sufficientemente piccolo, il soggetto viene visto a fuoco e la distanza soggetto-lente ricade nella Profondità di Campo. Qual'è la cosa che non abbiamo detto? Quanto è grande il CdC. Ma non l’abbiamo detto perché è una misura soggettiva. Quant’è un CdC accettabile? Una volta risposto a questa domanda, il resto viene da se, con calcoli noiosi ma semplici.

Il valore di CdC accettabile dipende da come verrà vista una fotografia. In linea di principio, una fotografia dovrebbe essere vista dal suo giusto punto di prospettiva, cioè in modo che l’occhio abbia lo stesso angolo di visuale dell’obiettivo usato in ripresa. Quindi, una foto scattata con un grandangolare dovrebbe essere vista da vicino agli occhi per riempire tutto il campo visivo, mentre una ripresa con un tele dovrebbe essere vista da una certa distanza. A volte ci si dimentica che la prospettiva in una fotografia dipende solo dalla posizione dell’obiettivo rispetto al soggetto, non dalla sua focale.

Di solito, però, le fotografie vengono osservate da 25/30 cm, indipendentemente dalla lunghezza focale dell’obiettivo utilizzato. L’osservatore, oltretutto, non conosce nemmeno la lunghezza focale dell’obiettivo usato e, semplicemente, reagisce alla distorsione apparente delle foto fatte con un grandangolare. Generalmente, quindi, si utilizza un valore costante di CdC. Allora quant’è il CdC?

Dipende da quanto è bravo l’occhio a risolvere dettagli minuti. Un occhio “normale” è in grado di risolvere dettagli di circa 1 minuto d’arco, cioè a dire oggetti grandi 1/16 mm. In fotografia, però, non abbiamo a che fare con test fatti di linee bianche e nere e quindi non abbiamo bisogno di parametri così stringenti, perciò l’industria ha scelto un valore più basso, 1/6 mm (0,1667 mm).

Una formula approssimata è quella di Zeiss: il CdC è pari alla diagonale del formato diviso 1730 (1500 per Canon).

Per un sensore 24x36 mm (o la pellicola), il CdC vale circa 30 micron. Per una serie di compatte digitali scendiamo addirittura a 5 micron. Questi valori non sono incisi nella pietra: se dobbiamo stampare in grande formato, è meglio usare CdC ridotti; se faremo solo stampe 10x15 cm potremo cavarcela anche con CdC maggiori (avete notato come foto leggermente sfocate diventano passabili in 10x15 cm ma fanno pena in formati superiori?).

Per capire meglio quanto appena detto dobbiamo considerare il rapporto di ingrandimento delle immagini. Un negativo 35 mm ingrandito 5 volte, ci da una stampa 13x18 cm. Questa è una dimensione tipica delle stampe. Quanto è il CdC della pellicola 35 mm per queste stampe? 0,1667/5 = 0,0333. E questo è il valore che usano i costruttori di apparecchiature fotografiche 35 mm. Canon, nel suo EF Lens Work II, conferma l’utilizzo di 0.035mm come CdC dei suoi obiettivi EF. Tra l’altro, 0,333 significa 30 linee/mm (1/0,0333 = 30), cioè la massima risoluzione necessaria in stampa (Vedi il mio articolo La nitidezza).

Ovviamente il medio e il grande formato hanno numeri meno stringenti. Ingrandire 5 volte un negativo 10 x 12 cm significa avere una stampa da 50 x 60 cm, perciò in questi formati si hanno numeri superiori per il CdC.

Tutto questo dipende anche, come già detto, dalla distanza di osservazione. Più lontani siamo  e più grande è il CdC accettabile.

Se non volete perdere troppo tempo nei ragionamenti, quando siete in campo , utilizzate un diaframma più chiuso di uno stop rispetto a quanto necessario secondo la scala delle profondità di campo. Vi troverete bene anche se farete grandi stampe perché, fondamentalmente, starete dimezzando il CdC.

Volevate sapere del micro mosso?

Una particolare categoria di mosso, il micro mosso, deriva da lievi vibrazioni della fotocamera (come quelle provocate dal ribaltamento dello specchio nelle fotocamere reflex) o delle mani del fotografo durante lo scatto. Oltre a dipendere dal tempo di esposizione, il micro mosso dipende in maniera importante anche dalla lunghezza focale; un teleobiettivo, infatti, accentua gli eventuali spostamenti della fotocamera, i cui effetti possono essere, invece, parzialmente annullati da un'ottica corta come un grandangolo.

Il micro mosso rende non nitidi anche gli oggetti fissi, come le pareti e i cartelli

Il micro mosso è più difficile da distinguere rispetto a un vero e proprio errore di messa a fuoco. Gli inglesi usano un'unica parola, blur, per riferirsi allo sfocato e al mosso, identificando quest'ultimo con motion blur.

Capite ora il legame con il CdC? Se il CdC è piccolo, allora il micro mosso può essere più evidente.

Per evitare l’effetto del micro mosso è consigliabile l’utilizzo di un supporto stabile, come un treppiedi, che impedisca ogni vibrazione. Anche l'utilizzo del sollevamento preventivo dello specchio, nel caso di una reflex, o di uno scatto flessibile, diminuiscono la probabilità di ottenere immagini mosse.

 


©2008 Aristide Torrelli