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La visione: fatevi trascinare dalla corrente



La vostra visione, il modo in cui vedete il mondo e quello in cui lo esprimete, è una cosa in continuo cambiamento, in evoluzione. Potete fare due sole cose: aiutarla o ostacolarla.
Le mie capacità tecniche, la mia artigianalità, è sempre un po’ dietro alla mia abilità di esprimere la mia visione. Tenta di raggiungerla ma, ogni volta che si avvicina, la visione fa uno scatto in avanti.
Molti anni fa suonavo la chitarra. Se ne prendessi una in mano oggi, avrei bisogno di mesi per tornare al livello a cui ero e di altri mesi per suonare le canzoni che voglio. Però, mentre la mia abilità nel suonare cresce, cresce anche il repertorio di canzoni che sono in grado di suonare. Allora suono canzoni sempre più difficili e, quando le padroneggio (miglioro tecnicamente), vado a cercare della musica che è ancora più complessa e che mi permette di esprimermi.
E’ lo stesso con l’espressione visuale. Mentre cresce la parte “artigianale”, cresce la vostra visione e chiama la parte “artigianale” ad una ulteriore crescita. E’ un inseguimento senza fine ma, anziché portare allo scoramento, è una delle gioie dell’artigianato. E’ un viaggio continuo di arricchimento e senza una destinazione finale.
Godetevi il viaggio!
La continua evoluzione della visione può essere incanalata. Non siamo partecipanti passivi soggetti ai voleri di muse nevrotiche. Manteniamo e miglioriamo la nostra visione o la lasciamo degradare e vacillare. In entrambi i casi, siamo noi che scegliamo. Come facciamo a spingerci in avanti e a scoprire, incanalare ed esprimere la nostra visione?

Lavorate sulle vostre capacità artigianali. Se la visione e la parte artigianale sono connesse, allora la cosa più logica da fare è continuare a lavorare sulla parte artigianale. Studiate, scattate foto, passate del tempo con i vostri mentori ogni qual volta sia possibile. Seguite un workshop, leggete più libri, scattate con un formato differente, giocate con tecniche di illuminazione. Imparate, imparate, imparate e imparate ancora. La fotografia è un’arte visuale, allora studiate un linguaggio visuale. Prendete un libro sul design o di storia dell’arte, allargate la vostra istruzione, approfondite.

Smettete di identificarvi con il vostro lavoro. Quelli che trovano la loro identità, la loro realizzazione solo nel lavoro, qualsiasi lavoro, non lo fanno per nessun’altra ragione che non quella di sentirsi migliori degli altri o di ricevere un massaggio all’ego. Come fate a sapere se avete personalizzato troppo? Chiedetevi come reagite alle critiche al vostro lavoro. Vi sgonfiano o vi incoraggiano a migliorare le vostre capacità e a riprovarci? Se vi sgonfiano è un chiaro segnale che cercate approvazione per voi stessi, non per creare un lavoro migliore. E’ naturale volere che gli altri amino il vostro lavoro ma è anche un ostacolo sulla strada della creazione del miglior lavoro che potete fare. Create perché voi amate quel lavoro, non perché qualcun altro potrebbe. Se bramate di farlo meglio, state cercando critici, non audience. Il dualismo è tra voi e il vostro lavoro.

Trovate l’ispirazione al di fuori del mondo della fotografia oltre che all’interno. E’ cosa ragionevole cercare l’ispirazione negli altri fotografi ed è buona cosa farlo. Guardate al lavoro di chi vi ha preceduto e dei contemporanei. Ma guardate anche altrove. Se tutti guardassimo nel nostro campo, saremmo una comunità che nuota in una piscina troppo bassa. Insomma, se non l’avete, fatevi una vita. Passate del tempo con i vostri cari, la vostra famiglia e fatevi ispirare. Andate per musei o a fare trekking o in barca. Leggete dei libri che non siano legati alla fotografia, niente f/ e tempi di otturazione. Vivete. La nostra vita creativa deve trarre ispirazione da un pozzo non da una cisterna. Non sapete la differenza? Un pozzo è una sorgente d’acqua che sgorga sempre fresca in continuazione. Una cisterna è un contenitore la cui acqua diventa stagnante dopo un po’ di tempo. Volete questo? O è meglio la sorgente?

Fatevi trascinare dalla corrente. Non riuscite ad identificare la vostra visione? Guardate il vostro lavoro, vi orienterà nella direzione giusta. Se osservate ogni scatto che avete fatto negli ultimi cinque o dieci anni, cosa vi dice? Cosa vi piace fotografare? Nel mio archivio ho tante foto di bambini (tra cui il mio) e tanti paesaggi, la parte bella della natura. Vedo tante culture diverse dalla mia. Tutto questo mi orienta verso il mio percorso, la mia visione di cui potrei non essere conscio. Non faccio foto di matrimonio o cerimonie e nemmeno di aeroplani. Però, se dovessi farle, porterei immagini colorate e con schemi grafici. Perché? Perché anche se non mi interessa nulla dell’argomento, ho una capacità di estrapolare forme grafiche e colorate dai contesti più svariati. Guardate al vostro lavoro, guardate dove scorre il vostro flusso creativo e seguite quel rivoletto. Vi guiderà verso il grande corso d’acqua, la vostra visione.


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©2015 Aristide Torrelli