Home ] Bio ] I link ] Galleria ] Tutorial ] Contattami ]

 

HDR

Ovvero come infilare in una stampa più gamma tonale di quella del sensore



 

Vedremo nel seguito l’utilizzo dell’HDR (High Dynamic Range) e come può venirci utili.

Partendo dall’utilizzo di Photoshop o di una altro software, Photomatix, eseguiremo i vari passaggi che ci porteranno da alcune immagini LDR (Low Dynamic Range) ad un’immagine HDR e poi ad un’immagine a 8 bit.

Il processo da seguire è quello di fondere alcune (almeno tre) immagini LDR in un’immagine HDR e poi eseguire un’operazione di Tone Mapping (mappatura dei toni), il cui scopo vedremo dopo. Dalla fusione delle immagini avremo a disposizione tutti i dettagli, da quelli nelle ombre a quelli nelle alte luci.

Inoltre, modificando opportunamente i parametri di Tone Mapping, potremo avere immagini che vanno dal fotorealistico al pittorico.

Un’avvertenza: l’elaborazione richiede tempi dell’ordine di alcune decine di secondi, sia per creare l’HDR che per eseguire il Tone Mapping. Se volete sperimentare fatelo su file ridotti per evitare di passare molto tempo a fissare il monitor.

Partiremo da un esempio pratico per trattare la teoria alla fine dell’articolo. Le foto utilizzate sono delle foto del Bastione dei Pescatori che ho scattato a Budapest

Iniziamo con Photoshop

 Dal menu File/Automate selezionate Merge To HDR.

 

Dal menu seguente scegliete i tre o più file LDR (quelli di partenza)

PS lavorerà per creare il file HDR e mostrerà la schermata seguente

Premendo OK verrà creato il file HDR e aperto in PS. Il file HDR è molto scuro, non sembra certamente un’immagine ad elevata gamma tonale. E allora? Evitate di smanettare e lasciate lo slider  Set White Point Preview come si trova. E’ inutile eseguire aggiustamenti a occhio.

 A questo punto viene il bello, l’operazione di Tone Mapping. In PS si fa scegliendo Image/Mode/ 8 bit

Questo fa aprire la schermata seguente:

Premete il bottone Toning Curve and Histogram  e scegliete il metodo Local Adaptation.

Questo ci permetterà di usare curve e vedere il loro effetto su un’anteprima a 8 bit.

Una volta premuto OK avremo il file finale:

 

Con Photomatix il processo è analogo.

Si aprono i file e poi si sceglie Generate HDR

 

 

 

Si sceglie la curva standard (a me va bene) e si preme OK.

Viene generata l’immagine HDR. Come al solito è scura e “strana” ma con il Tone Mapping…

Avete notato quella piccolo finestra di naviazione in alto a destra. Vi da un’anteprima di come verrà l’immagine finale dopo l’operazione di Tone Mapping.

Si seleziona l’operazione di Tone Mapping e…

si modificano alcuni parametri, se ritenuto opportuno.

Ecco il risultato finale. Mi piace perché è più pittorico di PS e questo, per alcune immagini, è quello che cerco.

 

 

High Dynamic Range (HDR): la teoria a domande e risposte

 

Che cos’è il Dynamic Range?

Il dynamic range è l’intervallo della dinamica del fenomeno, un rapporto tra due misure fisiche, una minima e una massima. La definizione dipende dal fenomeno che stiamo considerando.

Per una scena è il rapporto tra le parti più luminose e quelle meno luminose.

Per un sensore è il rapporto tra l’intensità della luce che porta a saturazione il sensore e quella che è appena sopra il rumore del sensore. E’ quello che ho sempre chiamato gamma tonale del sensore e che, da misure fatte, vale circa 7 f/stop.

 Per un monitor è il rapporto tra le intensità massime e minime emesse dallo schermo.

Attenzione però a non confondere la gamma tonale con il numero di bit d’immagine. I concetti sono separati e non correlati.

I bit d’immagine (es: 12 bit) danno l’indicazione della gamma tonale più elevato che la periferica può catturare o visualizzare se non ci sono altre limitazioni.

Il file raw a 12 bit può riprodurre un intervallo di 4096:1. Questo però non vuol dire che ogni file contiene 4096 livelli, ci sono altri fattori che influenzano questo tra cui il rumore. Se il rumore affligge i due bit bassi del file ecco che i nostri 12 bit diventano 10 (1024:1). Inoltre i convertitori raw potrebbero eliminare parte delle informazioni contenute nelle alte luci se la gamma tonale è troppo estesa.

Altra cosa cui prestare attenzione è la differenza tra bit per canale e bit d’immagine: un’immagine in cui ogni pixel è rappresentato da 8 bit per ognuno dei tre canali RGB, è un un’immagine a 24 bit totali (8*3=24). Quindi può rappresentare 256*256*256 colori (sono circa 16 milioni). Notate come ho detto “può rappresentare” e non “rappresenta”. Infatti il contenuto del file può avere meno livelli di quelli rappresentabili, come già detto sopra.

 

Qual’è la sua unità di misura?

La gamma tonale è un rapporto e, in quanto tale, adimensionale. In fotografia la gamma tonale rappresenta il rapporto tra due valori di luminanza. La luminanza viene espressa in candele per metro quadrato (cd/m^2).

L’intervallo di luminanza che la visione umana può gestire è molto ampio e va dall’intensità luminosa di una stella (50 microlux) a quella del sole (100.000 lux)

Chiariamo un attimo le unità di misura e cosa indicano:

La candela (simbolo cd) è una delle sette unità di misura base del Sistema Internazionale di unità di misura. Una candela è definita pari all'intensità luminosa di una sorgente emettente una radiazione monocromatica di frequenza pari a 540×1012 hertz e che ha intensità radiante di 1/683 di watt per steradiante.

La frequenza scelta è quella della spettro visibile prossimo al verde. L'occhio umano è più sensibile a questa frequenza.

Storicamente, la candela era una unità fondamentale dell'SI. Venne definita in termini di radiazione del corpo nero emessa da 1 cm3 di platino al suo punto di fusione. La moderna definizione non è più fondamentale, in quanto si basa su un'altra unità SI (il watt, l'unità della potenza). Tracce della sua storia comunque sopravvivono. Il termine arbitrario 1/683 venne scelto per far si che la nuova definizione coincidesse con la vecchia.

Lo Standard Ansi prevede un'altra unità di misura, il lumen.

Il lumen, in sigla lm, è l'unità di misura del flusso luminoso.

Equivale al flusso luminoso rilevabile in un angolo solido di 1 steradiante emesso in tutte le direzioni da una sorgente con intensità luminosa di 1 candela.

Lo steradiante (simbolo sr; nome derivante dal Greco stereos, solido) è l'unità di misura del Sistema Internazionale per l'angolo solido, il corrispondente tridimensionale del radiante.

Lo steradiante è definito come "l'angolo solido sotteso, al centro di una sfera di raggio r, da una porzione della superficie della sfera avente area r2". Poiché l'area dell'intera sfera equivale a 4πr2, ne segue che l'angolo solido sotteso da tutta la sfera è pari a sr.

Il lux (simbolo lx) è l'unità di misura per l'illuminamento del Sistema Internazionale. Un lux è pari a un lumen per metro quadrato.

Dimensionalmente si ha:

 

 

Alcuni dati di illuminamento per dare un'idea di quanto vale un lux:

·  la luce del Sole mediamente varia tra i 32.000 lx (32 klx) e i 100.000 lx (100 klx);

·  sotto i riflettori degli studi televisivi si hanno circa 1.000 lx (1 klx);

·  in un ufficio luminoso si hanno circa 400 lx;

·  in un ufficio illuminato secondo l'attuale normativa europea Uni En 12464 vi sono 500 lx

·  la luce della Luna è pari a circa 1 lx;

·  la luce di una stella luminosa è soltanto 0,00005 lx (50 µlx).

(Dati di Wikipedia)

 

Lux e lumen sono due diverse misure del flusso luminoso, ma mentre il lumen è una misura assoluta della quantità di luce, il lux è una misura relativa ad un'area.

Così 1 lumen su un'area di 1 m2 corrisponde ad 1 lux

Dalla tabella delle illuminazioni caratteristiche si vede che una scena può avere una gamma tonale anche di 100.000:1 (Interno studio televisivo con finestra che fa entrare la luce del sole, ad esempio).

 

Cos’è un’immagine HDR?

La gamma tonale delle scene reali può essere molto alta, anche 100.000:1. Un’immagine HDR può memorizzare pixel che possono raggiungere tali gamme tonali. Vengono utilizzati 32 bit per canale colore, per un totale di 96 bit per pixel.

Inoltre l’immagine HDR rappresenta i valori della luce come misurati e ripresi dal sensore, in maniera lineare. Non viene applicata alcuna curva di gamma per rendere piacevole all’occhio la scena. Potremmo dire che il gamma vale 1 che è come dire che non c’è gamma! Incidentalmente, poi, faccio osservare che l’applicazione della curva del gamma è un tone mapping!

Un’immagine è LDR o HDR in base al numero di bit per canale colore. Ma attenzione, deve anche contenere un’immagine con gamma tonale elevata, cioè non si può dire che se converto un’immagine a 8 bit in una a 32 bit ho convertito un LDR in HDR!

 Le immagini a 8 bit  (24 bit per pixel) sono LDR

Le immagini a 16 bit che vengono fuori dalla conversione di file raw sono ancora considerate LDR, anche se la loro gamma tonale può arrivare a 65.000:1. I motive sono che, in realtà, la gamma tonale di tali file è circa 1000:1 e inoltre vengono convertiti con la stessa curva sia a 8 che a 16 bit. I file a 16 bit sono quindi più precisi ma non hanno gamma tonale più estesa.

Le immagini a 32 bit sono HDR. A differenza dei due casi precedenti, le immagini a 32 bit sono codificate con numeri a virgola mobile, il che vuol dire infiniti valori possibili. Avere file a 32 bit è condizione necessaria ma non sufficiente. Se nell’immagine non c’è tutta la gamma tonale della scena, essa rimarrà un LDR indipendentemente se è a 8, 16 o 32 bit!

Poiché l’occhio umano può gestire scene con una gamma tonale di circa 10.000:1, è evidente come i file HDR siano avvantaggiati sugli LDR.

 

Come si scattano immagini HDR?

Per riprendere una serie di immagini LDR buone per farle diventare un HDR è opportune seguire alcune regole:

 

1. Utilizzate un treppiede, se possibile. E’ comunque possibile anche scattare a mano libera ma tenete la fotocamera il più ferma possibile durante la sequenza.

2. Utilizzate la messa a fuoco manuale

3. Disattivate il flash

4. Non riprendete oggetti in movimento

5. Usate l’esposizione manuale o a priorità dei diaframmi, per non modificare la profondità di campo tra un’immagine e la successiva. Selezionate il diaframma appropriato e la sensibilità ISO più bassa (meno rumore possibile).

6. Misurate la luce nella parte più luminosa della scena e annotate il tempo di scatto. Fate lo stesso per la parte più scura.

7. Calcolate il numero di esposizioni necessarie: partendo dal tempo misurato sulle alte luci moltiplicatelo per 4. Questa è un’esposizione a +2 EV. Moltiplicate ancora per 4 per ogni esposizione successiva finché non avete superato il tempo misurato per le ombre. Di solito bastano 3 o 4 esposizioni.

8. Potete usare il bracketing se la fotocamera lo supporta e permette un intervallo +2, -2. Altrimenti variate l’esposizione manualmente.

 

Se volete velocizzare la cosa e non avete voglia di calcoli (punti 6 e 7) andate a occhio: se la scena vi sembra con elevata gamma tonale , e quindi meritevole di HDR, scattate 3 foto in bracketing -2, 0, +2. Fatto!

Se scattate in raw sviluppatele senza alcun intervento. Le immagini vi servono così come sono.

  

Posso creare I file necessari da un unico RAW?

No. La gamma tonale che puoi ricostruire da una foto, anche se convertita con parametri diversi, non può dare una gamma tonale maggiore di quella che il sensore può dare con uno scatto.

Se usi una sola esposizione allora il tuo file raw è l’HDR. Convertire il raw con parametri diversi significa spezzare la gamma tonale in più parti. Ricombinandole non potrai far altro che ricostruir quanto avevi all’inizio.

Che cos’è il Tone Mapping?

Il monitor, come la stampante, non può mostrare i file HDR, essendo periferiche a 8 bit. Dobbiamo pensare all’HDR come ad un negativo con tanti valori tonali, una gamma tonale veramente estesa (ed è proprio così). Il Tone Mapping sviluppa questa immagine in una LDR che però mantiene quanti più valori tonali e dettagli possibile.

 Inoltre l’operazione di Tone Mapping si può applicare ad un singolo file a 16 bit. Se ci pensiamo un attimo è logico: un file a 16 bit ha una gamma tonale molto più estesa di un file a 8 bit e siccome abbiamo detto che monitor e stampanti sono periferiche a 8 bit allora dobbiamo in qualche modo mappare i due file.

Ma allora, visto che l’operazione di Tone Mapping è necessaria quando l’immagine da riprodurre ha una gamma tonale più alta che il mezzo con cui riprodurla, il RAW anche, essendo a 12 bit, deve subire una operazione di Tone Mapping. Infatti è proprio così, è quello che fa il convertitore raw, sia essa Rawshooter piuttosto che Camera Raw. Il file raw può riprodurre gamme tonali di 1000:1, la stampante si ferma a 100:1 perciò una forma di tone mapping è necessaria.

Tuttavia fare un tone mapping su file da 12 bit è molto più semplice che farlo su file HDR a 32 bit. Perciò quando si parla di tone mapping ci si riferisce sempre a file HDR.


©2006 Aristide Torrelli