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I pro e contro dei gamut colore estesi nei monitor

 


 

In questo articolo andiamo ad affrontare una questione relativa ai monitor ed al gamut colore esteso. Ho scritto in altre sedi che ci sono sul mercato dei monitor che permettono di riprodurre lo spazio colore AdobeRGB (più ampio di quanto visualizzabile dai “soliti” monitor) e che hanno un prezzo abbordabile (500€/600€). Sembrerebbero, quindi, un buon acquisto per chi lavora da solo le proprie fotografie.

Se volete sapere in dettaglio cos’è il gamut colore, consultate i miei libri (Il flusso di lavoro nella fotografia digitale fine art oppure Il workflow digitale per il bianco e nero. Per acquistarli fate click qui.).

Teoricamente, un gamut colore più ampio è sempre un vantaggio indiscutibile perché permette ad un monitor di mostrare colori che un monitor con un gamut più piccolo non può far vedere. Non confondete il gamut colore con il numero di colori che un monitor può mostrare, di solito circa 16 milioni di colori. Sono due fattori complementari tra loro. Il gamut colore è l’intervallo dei colori che il monitor può mostrare (da tale colore a tale colore), il numero di colori rappresenta in quante gradazioni viene spezzato questo intervallo per poter visualizzare tonalità intermedie (i circa 16 milioni di prima).

Questi due parametri non sono correlati direttamente. In teoria si può avere un monitor con soli quattro colori visualizzabili ed un gamut molto ampio. Questo monitor potrebbe mostrare solo verde, blu, rosso o bianco, senza tonalità intermedie, avendo solo quattro colori visualizzabili. Tuttavia, il gamut molto ampio mi garantirebbe un’estrema purezza di tali colori. Perciò potreste avere un colore più puro, più saturo su un monitor a gamut esteso anche se avete una scheda grafica del giurassico. Il gamut colore è una proprietà hardware del monitor che non dipende dal sistema a cui tale monitor è connesso.

Abbiamo detto prima che i due parametri non sono correlati tra loro, però dovrebbero essere analizzati insieme in alcune situazioni. Appare ovvio che il numero dei colori determini la differenza tra due colori adiacenti. L’intero spazio colore che il monitor può riprodurre, infatti, è suddiviso in 16 milioni di colori ed ogni colore è accurato tanto quanto può esserlo il singolo punto del monitor.

Quando questo spazio colore, il gamut, si allarga ma il numero di colori rimane uguale, è ovvio che la differenza tra due colori adiacenti sia più grande. Perciò, sebbene un monitor con gamut colore esteso possa mostrare più colori, lo fa in modo meno accurato. Possiamo osservare questa minor precisione visualizzando dei gradienti di colore molto regolari: appaiono delle bande ed ogni banda corrisponde ad un punto colore.

Potete osservare questo effetto anche con la rappresentazione dei colori a 24 bit, uno standard oggigiorno (le schede grafiche lavorano a 32 bit ma ne usano solo 24 per descrivere i colori). Provate a visualizzare a tutto schermo un gradiente che va da rosso a nero e lo vedrete a strisce, non regolare, perfino sui migliori monitor, non parliamo dei peggiori che introducono delle bande irregolari di loro iniziativa.

Queste bande sono ancora più visibili su un monitor a gamut esteso, specie se usa lo stesso formato colore a 24 bit.

L’unica soluzione è aumentare la precisione dei colori da 8 a 10 bit o più per canale colore. In questo modo utilizziamo 30 bit invece di 24 per rappresentare un colore. Così facendo, incrementiamo anche il numero totale di colori, riduciamo la differenza tra due colori adiacenti e superiamo il problema delle bande nei gradienti.

Tuttavia, ad oggi, solo pochi monitor utilizzano i 30 bit, anche se le schede grafiche lo fanno da anni.

Questo problema non è molto importante per gli usi casalinghi di un monitor. Lo diventa nel momento in cui lo utilizziamo per l’editing fotografico o per il controllo dei colori prima di una stampa tipografica (penso a tutti i sistemi di stampa on demand che possiamo utilizzare). In tale contesto, anche un piccolo difetto nella riproduzione dei colori può avere conseguenze serie.

Poi c’è un problema ben più serio. Le schede grafiche ed i monitor non lavorano su grandezze fisiche ma con rappresentazioni numeriche dei colori. Parlando di 24 bit, e quindi 8 bit per canale colore, le rappresentazioni numeriche sono terne di numeri da 0 a 255, uno per ogni colore di base. Per fare un esempio, in uno spazio RGB (rosso, verde, blu), la terna (0, 255, 0) non è verde, è una rappresentazione numerica. Diventa verde se noi assumiamo che a questa rappresentazione corrisponde la visualizzazione di un pixel verde sul monitor.

Il problema è che questo pixel verde ha colore differente su un monitor ordinario rispetto ad uno a gamut esteso. Su quest’ultimo è più verde, più puro, più saturo. Se mettete questi due monitor uno di fianco all’altro, vedreste un verde puro (monitor a gamut esteso) ed un verde giallognolo (monitor ordinario).

La trasformazione dalla rappresentazione numerica in un pixel colorato (il colore specifico percepito dall’occhio) viene effettuata dalla matrice LCD del monitor. Ma le matrici sono differenti mentre il software è prevalentemente orientato verso lo spazio colore sRGB.

Perciò, il monitor con gamut colore esteso, esteso rispetto ad sRGB, distorcerà i colori quando mostrerà immagini con il profilo sRGB, preparate da software che non sanno nulla di monitor a gamut esteso. Il monitor “stirerà” i colori dell’immagine sRGB per fargli riempire il suo gamut. Verranno traslati i colori puri ed anche i mezzi toni. Gli unici toni che rimarranno invariati saranno il bianco e il nero.

 

Il gamut colore esteso di un monitor Dell U2410 rispetto allo spazio colore sRGB

Ma allora non possiamo fare nulla? E’ inutile acquistare uno di tali monitor? No, non è inutile, anzi. Dobbiamo però effettuare una calibrazione hardware del monitor per creare un profilo personalizzato apposito e lavorare in un sistema (hardware e software) con la gestione del colore. In questo modo eviteremo i problemi appena esposti e potremo approfittare al meglio delle innovazioni introdotte.

Per chi vorrà utilizzare tali monitor anche per giocare o usare applicazioni non fotografiche, non c’è comunque problema. Tali monitor vengono forniti con dei profili fatti apposta per emulare lo spazio sRGB, non perdendo così la “compatibilità” con i colori delle altre applicazioni.


©2011 Aristide Torrelli