Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione

Impara l'arte e mettila da parte



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Ricordo molto bene che stavo guardando la foto del pescatore in riva all’oceano e il Golden Gate Bridge sullo sfondo, con un volo di pellicani che passava in cielo. Che fossero pellicani lo so perché ero lì e mi sono passati sopra la testa, qualche secondo dopo la foto. Una mia conoscenza, dopo aver commentato sull’uso di Photoshop per aggiungere i volatili “messi proprio al posto giusto”, e dopo la mia smentita, ha commentato con “Allora è stato uno scatto fortunato”.

A pesca in riva all'oceano

Fortunato? Forse si, visto che, secondo me, sono tutti scatti fortunati. Non molti di noi possono prendersi il merito di ciò che la vita getta sulla nostra strada: i momenti, la coincidenza di linee e luce e qualsiasi altra cosa crei la fotografia che ora guardiamo e davanti a cui sorridiamo orgogliosi. È tutta fortuna. Perciò dovremmo sicuramente sentirci più umili e prenderci un po’ meno sul serio. Poi, però, dovremmo farci un’altra domanda: “Come faccio a essere più fortunato?”  
C'è una massima spesso citata in cui si parla di fortuna: più sono preparato, più sono fortunato (o qualcosa del genere). La fortuna non è esattamente ciò a cui dovremmo pensare (dato che non possiamo farci nulla), ma la preparazione lo è. O per dirla in altro modo, la fortuna è ciò che succede quando le circostanze si intersecano con il nostro essere preparati. Questa è la "fortuna". Quindi che cosa possiamo fare per essere più fortunati, o meglio ancora, essere più preparati? Mi vengono in mente tre cose da fare immediatamente:


Passateci più tempo
Più tempo trascorro in un luogo, maggiori sono le possibilità che accada la cosa incredibile: la luce bella, le nuvole “giuste”… Nel tempo che passo in un luogo, imparo, percepisco, considero le possibilità, risolvo i problemi tecnici, e poi, quando quel momento perfetto arriva, sono più preparato, pronto ad essere “fortunato”. Non mi aspetto lo stesso tipo di successo dopo un solo giorno di lavoro su un argomento particolare. Ci vogliono settimane, mesi, anni.

Imparate bene il “mestiere”
Parlo sempre della visione o della luce ma non l'ho mai fatto senza riconoscere l'importanza di padroneggiare il mestiere perché potete avere tutta la visione del mondo, ma se non avete mezzi per esprimerlo, siete finiti. D’altronde, quando parlo di Luce, Tecnica e Visione un motivo c’è!
Il mestiere è il mezzo di espressione della tecnica. Se non vi sentite già a vostro agio nell'utilizzare la fotocamera per esporre manualmente, o per passare dalla modalità di priorità dei diaframmi a quella a priorità dei tempi quando è necessario, o c'è una cosa tecnica che vi frustra, cosa dovete fare? Imparare quella cosa. Dovete ottenere più che la semplice familiarità, dovete padroneggiare lo strumento, la fotocamera. Perché quando arriva quel momento fortunato, dovete pensare alla composizione e al quadro generale, non a come esporre per una situazione che avreste potuto capire prima, o a trovare quel pulsante per cambiare gli ISO.
Se potessi consigliare una cosa a chi vuole imparare, gli direi di scegliere una fotocamera, un paio di ottiche e di diventare così bravo a usarle da farle diventare estensioni delle mani. Non c’è bisogno di sapere tutto, ma le cose fondamentali dovrebbero essere una seconda natura. E quando arriva quel "momento fortunato", l'ultima cosa a cui volete pensare è la vostra macchina fotografica.

Usate l’immaginazione
Spesso pensiamo in termini di "Cosa dovrei fare in questa situazione?" o "Cosa avrei dovuto fare?" Una mentalità più aperta parla di possibilità. Quali sono le possibilità in questa scena? Cosa succede se qualcuno cammina dietro l'angolo? Quali possibilità si presentano a causa del grande controluce in questa scena? Questi sono i tipi di domande che aprono uno stato mentale ricettivo. Bisogna pensare in molte direzioni invece che in una sola. Pensare in termini di possibilità ci rende mentalmente aperti e ci aiuta a rimanere percettivi. Ci sono momenti fortunati che accadono ogni singolo giorno in centinaia di direzioni diverse. Gli unici che fotografano quei momenti sono quelli che li vedono in primo luogo; vedere riguarda una mente aperta, non solo gli occhi aperti.

Conclusioni
Per tornare all’inizio, scatto fortunato? Certo che lo era. Molto fortunato. Ma solo perché ero preparato. Dedicate più tempo ai vostri soggetti, imparate bene il “mestiere” (e questo, a proposito, arriva naturalmente quando ci si lavora per tanto tempo) e usate di più l’immaginazione. Così anticiperete non solo i “momenti fortunati”, ma anche tutte le molteplici possibilità creative nel catturare, o esprimere quel momento, visivamente.





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