Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione

Le migliori impostazioni per la fotocamera



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Giorni fa, durante una lezione del mio Corso Base di Fotografia, stavo riflettendo sull’esposizione, i suoi parametri e le scelte. Le riflessioni mi hanno portato lontano, a quando avevo 17 anni e leggevo tante riviste di fotografia e guardavo le immagini e mi chiedevo (o lo trovavo scritto sotto le foto) a che diaframma erano state scattate e con che tempo. Poi ho cominciato a chiedermi anche con che ottica e con che pellicola. Con gli zoom ho anche cominciato a maledire quelli che scrivevano che avevano usato il 70-150 mm di Nikon ma non scrivevano a che focale!

Tutte le foto che mi piacevano erano state scattate con fotocamere e obiettivi che non avevo. Ore di studio, ore di voglia di comprare nuove ottiche e fotocamere. Come diceva Edward Weston: "Il fatto è che relativamente pochi fotografi padroneggeranno mai il loro strumento. Invece consentono allo strumento di essere lui il loro Maestro e partono in un inseguimento tipo lo scoiattolo in gabbia a far girare una ruota senza fine, dal nuovo obiettivo alla nuova carta al nuovo sviluppatore al nuovo gadget, mai rimanendo con l’attrezzatura abbastanza a lungo per imparare a usarla a pieno, perdendosi in un labirinto di informazioni tecniche di poco o nessun uso poiché non sanno cosa farci." Aveva ragione, avevo sbagliato tutto, stavo guardando nella direzione opposta. Sognavo fotocamere e obiettivi mentre tentavo di fotografare con quelle impostazioni. Non è la fotocamera.

Finestre, Alaska, 2013

E nemmeno le impostazioni. Già, perché un conto è sapere che quella foto è stata scattata a f/11 e 1/125 s e un’altra cosa è sapere il perché. Come insegno nei miei corsi, la scelta di tempo e diaframma è una scelta creativa personale che nessun automatismo potrà mai sostituire. Il processo creativo è tutto.

L’altro mio errore è stato quello di aver studiato le impostazioni e non la foto. Questo si che mi avrebbe migliorato come fotografo. Con il senno di poi, avrei avuto tante domande da fare alla fotografia. Alcuni esempi? Perché la foto è così forte, così potente? Che ruolo gioca la prospettiva? E’ importante il momento in cui è stata scattata? Com’è stata composta l’immagine (linee, curve, punti di forza, elemento unificante…)? Che sensazioni e sentimenti mi provoca la foto? Queste erano e sono le domande da farsi e non sono nemmeno tutte. Ma sono domande interne, come spiego nel mio libro sulla composizione. Non mi interessano i dettagli tecnici o il luogo in cui è stata scattata l’immagine, solo il suo messaggio. Il perché delle scelte creative. Il perché del tempo di scatto. Il perché del diaframma. Il perché del punto di ripresa. Il perché di sottoesporre o sovresporre.

Studia fotografie non fotocamere!
L’unica cosa da studiare per migliorare la vostra fotografia sono le fotografie. Vedrete che quelle che vi attirano la fanno per un qualcosa che hanno e che non ha nulla a che vedere con le impostazioni. Studiare una fotocamera e le sue impostazioni vi rende bravi nell’usarla ma non nel creare immagini d’impatto. Ecco perché nei miei corsi metto sempre una lezione di composizione fotografica, per iniziare a aprire gli orizzonti a chi pensa che sia solo la fotocamera. E porto a esempio immagini dei grandi maestri e le studiamo insieme. Dobbiamo capire le immagini e parlare la loro lingua, non solo avere del timore reverenziale di fronte a immagini create da chi è morto da un pezzo. Se veramente vogliamo portar loro rispetto, studiamo le loro fotografie, impariamo perché “funzionano”. Impariamo a leggere le immagini così potremo capire come gli altri le leggono e potremo creare immagini che altri avranno la possibilità di capire. Cerchiamo di identificare gli elementi compositivi che ci attirano e usiamoli nelle nostre fotografie.

Mettere a fuoco
Come, ritorno alla tecnica? No, Assolutamente no. La tecnica va conosciuta per poter lavorare senza pensarci e metterla al servizio della creatività. Qui voglio dirvi di mettere a fuoco la vostra attenzione, non solo il vostro obiettivo! Se volete andare più a fondo dovete cominciare a focalizzare la vostra attenzione e i vostri sforzi. C’è tanto da dire sull’imparare di tutto, utilizzando differenti tecniche, specie all’inizio della nostra carriera fotografica. Provate tutto, scegliete cosa pensate di utilizzare e cosa no. Ma quando vorrete andare a fondo e non limitarvi a foto ben a fuoco ed esposte, scoprirete che potrete farlo solo smettendo di provare di tutto. Per imparare a scattare foto ben a fuoco ed esposte ci vogliono pochi mesi, non 10 anni. Perciò siete tutti in grado di crearvi un corpo di lavori. Diventate bravi a fare un paio di cose, non mediocri nel fare tutto. Cercate dei critici più mirati, dei mentori parimenti mirati. Se siamo più familiari con la fotocamera che con il soggetto, non creeremo mai del lavoro profondo.

Esporre
Come sopra, non scelta tecnica ma esporre la propria anima, non solo il sensore! Si dice sempre che un’immagine vale mille parole ma questo vale solo se avete qualcosa da dire. Se volete fare immagini profonde, queste vengono dalla vostra profondità d’animo, non dal sensore. Quanto è grande il sensore della vostra fotocamera? Chissenefrega! Conta quanto sono grandi le vostre idee. La sensibilità in condizioni di bassa luce? Meglio la vostra personale, di sensibilità. Se volete fare qualcosa di meglio, dovete comunicare qualcosa. E se questa cosa è onesta, vulnerabile, autentica, umana, allora avete grandi possibilità di essere ascoltati, non solo nel modo che vi aspettate. Nessuno loda uno scrittore per il programma di videoscrittura che usa.

Conclusioni
Di tempo non ce n’è molto. Se vivi la tua vita intensamente, passa in un batter di ciglia. Non sprechiamo il nostro tempo girando in tondo. C’è chi vuole fare immagini nitidissime e giocare con i giocattoli nuovi e se questo stimola la sua capacità di produrre arte, ben venga. Lo dico davvero. Io, invece, sono convinto che voi vogliate di più perché altrimenti non avreste letto questo articolo fin qui, questo sfogo, questo stimolo a approfondire, a scegliere vie che vi portano nella profondità della vostra arte.




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