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La preparazione dello scatto

 


 

Dopo aver scritto della disciplina nello scatto, vorrei darvi alcuni consigli da seguire prima e dopo ogni sessione di ripresa. Non sono consigli tecnici in senso stretto ma evidenziano alcune attività utili, anzi indispensabili nell’attività fotografica. Rappresentano, insieme ai consigli dati nell’altro articolo, un sistema per ottenere il massimo possibile dalla vostra fotocamera in termini di qualità d’immagine.

I big five (no, non le cinque grandi bestie da fotografare nei safari nella savana africana): 

  1. Equipaggiamento pulito

  2. Equipaggiamento adatto

  3. Impostazioni corrette

  4. Obiettivi adatti

  5. Dettagli nello scatto

 Vediamoli in dettaglio:

 

Equipaggiamento pulito. Sensore pulito, obiettivi puliti, borsa o zaino puliti, contatti elettrici puliti, mirino pulito, correttore diottrico impostato correttamente per il vostro occhio, display posteriore pulito, scheda di memoria pulita (buona e vuota). Ognuno di questi elementi vi può far ottenere dei dati non ottimali (pensate al sensore o all’obiettivo sporco) o, addirittura, mancare uno scatto (pensate a contatti sporchi o a scheda di memoria che non funziona). Già che ci siamo, una batteria carica e con i contati puliti è buona cosa. La cosa fondamentale da tenere a mente è di non riporre mai l’attrezzatura senza prima averla ben pulita. Perciò, dopo ogni giornata di ripresa, dedicate una decina di minuti alla pulizia della vostra attrezzatura. L’eccezione è il sensore. Non esagerate nella sua pulizia, anche perché farlo in campo lo espone alla polvere. Lo pulisco prima di andare a scattare e poi solo quando vedo macchie di polvere sugli scatti. L’ottimo è pulirlo prima di andare giornalmente a scattare. Attenzione, non la sera prima perché la fotocamera ha bisogno di tempo affinché la polvere si depositi e la pulizia sia efficace.

 

Equipaggiamento adatto. Questo significa montare un paraluce sul vostro obiettivo pulito, usare un treppiede delle dimensioni corrette per il peso che ci state montando sopra, eliminare tutti i giochi del treppiede e della testa. Dovreste essere in grado di dare un colpetto sulla punta dell’ottica e non vedere alcun movimento del corpo macchina. Se ce n’è qualcuno allora avete un anello debole nella catena. E il vostro supporto ne risente: eliminatelo.

 

Impostazioni corrette. Qui è dove tanti fotografi iniziano a commettere errori che si riflettono sulle immagini memorizzate sulla scheda. A parte il discorso dei file raw a 14 bit, utilissimi per estrarre tutto il possibile dalla propria fotocamera, le lamentele riguardano fondamentalmente chi scatta in JPEG. Questi fotografi non hanno molte scelte: oltre ad una esposizione corretta, devono impostare il bilanciamento del bianco corretto e tutta una serie di impostazioni. Se non lo fanno catturano immagini che non sono il massimo ottenibile dalla fotocamera. Molte lamentele riguardano il rumore. Andando a guardare i file si scopre che le impostazioni di partenza non erano corrette. Un bilanciamento del bianco non corretto anche solo di 300/400 K, significa dover ribilanciare a neutro. Ma questo vuol dire amplificare un canale (il blu) per ottenere i colori corretti e noi sappiamo che amplificare digitalmente (in Photoshop o nella fotocamera) significa un aumento di rumore.

Ecco una lista di cose da controllare prima e durante gli scatti:

 Tutti

 

 

Fotografi “JPEG”

 

 

* Il JPEG ha i suoi utilizzi ma io consiglio ai fotografi “JPEG” di passare al RAW o almeno al RAW+JPEG. Questo vi consentirà di avere una specie di assicurazione sull’immagine della vita. E poi il RAW vi consente una serie di modificazioni all’immagine impossibili con il JPEG. Guardate l’articolo Il formato Raw.

 

Obiettivi adatti. Attenti, non sto affermando che le focali fisse siano migliori degli zoom anche perché non sempre è vero. Dico però che l’ottica A può essere migliore dell’ottica B ad una certa focale e diaframma. Il mio Canon EFS 10-22 è migliore del mio EFS 17-85 alle focali tra 17 mm e 22 mm, non c’è storia. Perciò, se voglio il massimo della qualità d’immagine, uso il EFS 10-22. Conoscere i propri obiettivi  è qualcosa che ogni fotografo serio dovrebbe fare. Non farlo significa avere dati (il file immagine) non ottimali. Fosse anche solo un semplice problema di vignettatura, correggibile in Lightroom o Photoshop, significherebbe avere più rumore ai bordi dell’immagine. E già che ci troviamo sui bordi, analizzate il comportamento delle vostre ottiche. Il mio EF 70-200 f/4 L IS come va rispetto al EF 100-400 f/4.5-5.6 L IS ai bordi? In base a questo si utilizza l’uno o l’altro. Ed ancora, l’obiettivo adatto è quello che ha il bokeh (l’aspetto dello sfocato) “giusto” per il tipo di foto che stiamo scattando. Tra l’altro dobbiamo impostarlo a valori di diaframma che non degradino l’immagine per diffrazione, a meno di non avere altra scelta. E la possibilità di modificare la messa a fuoco al volo? Non ci sono più quelle ottiche il cui anello di messa a fuoco ruotava per 180°. Oggi ci danno circa 45° e tanta difficoltà per aggiustare il fuoco con precisione.

Dettagli nello scatto. Avete usato il Live View? Date un po’ di tempo alla fotocamera per raffreddarsi. Avete lasciato la fotocamera al sole per ore (orrore!)? Sappiate che l’aumento di rumore diventa visibile con una variazione di soli 3 gradi perciò attenzione alla Death Valley d’estate. Avete spento lo stabilizzatore dell’obiettivo quando la fotocamera è su treppiede? Se siete su treppiede, state usando il blocco in alto dello specchio e lo scatto remoto? Avete appesantito il treppiede per renderlo più stabile?

 

 Conclusione

Se farete tutto questo e quello descritto nell’altro articolo, complimenti, avete ottenuto il massimo dalla vostra fotocamera. Adesso vi manca solo un ottimo processamento e stampa dell’immagine e sarete diventati i nuovi Alain Briot!


©2009 Aristide Torrelli