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Il livello tecnico ed estetico nelle nostre immagini - 3


 

 

Livelli estetici

 

Questa è dura anche se ho studiato gli scritti di George Barr. Quello che dirò vi terrà impegnati per mesi, anche se potrete leggerlo in pochi minuti. Parole chiave: impegno e perseveranza.

 

 

Livello E1 (le foto sono noiose)

 

Fondamentalmente il problema è che nelle foto non c’è ciò che il fotografo voleva mostrare. La spiaggia caraibica non è come la ricordava, i tramonti sono anemici e così via. Non c’è un messaggio nella foto.

C’è tanta letteratura utile ma alcuni passi possono essere le seguenti domande:

Spostarsi a destra o sinistra mentre si mantiene l’inquadratura cambia primo piano e sfondo e rendersi conto di questi due elementi può aiutarci a fare una foto migliore.

Immaginate un campo di papaveri. Da 5 metri, con un grandangolo, non sarete in grado nemmeno di capire che sono papaveri. Dovete avvicinarvi. Dovete decidere se volete mostrare il singolo fiore o il prato fiorito. Potete fare entrambe le foto e decidere dopo. Dovete muovervi tra i fiori in cerca della luce migliore, dei gruppi di fiori più interessanti. Dovete inquadrare non solo dall’altezza solita ma anche abbassandovi, al limite sdraiandovi. Potete zoomare e isolare un papavero oppure inserire lo sfondo del prato. I fiori più fotogenici sono quelli inquadrati di lato o di fronte? Se c’è il sole, proietta ombre dure? Muovetevi un po’ per non farle vedere.

Alla fine ci siamo, abbiamo trovato la nostra foto. Controllate i bordi dell’inquadratura. Ci sono elementi estranei? C’è qualche foglia mangiucchiata dagli insetti? No? Allora scattate.

Ora spostatevi, avvicinatevi e scattate una seconda immagine. Continuate così, muovendovi, inquadrando e scattando. Quante foto buone verranno? Speriamo una! Non pensate che ogni foto sia di livello elevato, anche I migliori fotografi hanno un rapporto tra le immagini prescelte e le altre, quelle scartate, molto basso, di solito 1 a 100. I servizi sul National Geographic utilizzano una foto ogni 1000/1500 scattate.

 

  

Livello E2 (le immagini sono dei buoni ricordi delle vacanza anche se non indurrebbero nessuno a fare la stessa vacanza)

 

Le immagini sono buone ma non sufficientemente drammatiche. Invece di fotografare vostro figlio con un bel sorriso, vogliamo riprenderlo in un momento in cui è più tenero o più innocente. Migliorare oltre il livello E2 richiede lavoro. Significa trovarsi sul luogo da fotografare (sono un paesaggista) all’alba o al tramonto, le ore migliori. Significa stare dietro al vostro bambino per tre o quattro mesi alla ricerca continua di quell’espressione. Significa conoscere il vostro soggetto per catturarlo al momento topico. Significa anche non fotografare se l’immagine non è buona per un calendario (tipo quello del GFCT), e questa è la parte più dura.

Le immagini cominciano ad avere un messaggio anche se non è chiaro. Il fotografo deve identificare il messaggio e aggiungere quegli elementi che aumentano il messaggio e togliere quelli che lo diminuiscono. I messaggi possono essere sociali (povertà, crimine, guerra, inquinamento…) o relativi a sentimenti (rabbia, calma,eccitazione, humour…) o possono riferirsi a caratteristiche del soggetto (peso, altezza...) o a relazioni (cose che vanno bene insieme o che non vanno bene insieme e allora sono ironiche).  

Se vi trovate alle cascate di Monte Gelato (Parco della Valle del Treja, vicino Roma) potete farle sembrare (quasi, sono alte circa un metro e mezzo) come le cascate del Niagara, o forse volete mostrare l’intimità del posto o ancora volete far vedere i riflessi della luce o i giochi dell’acqua alla base della cascata. Potete farlo dalla riva o entrando nell’acqua, cercando l’illuminazione migliore. Dovete tuttavia chiedervi: cosa mi piace di questo posto, cosa mi trasmette? Una volta interiorizzato il messaggio, la sensazione, diventa più semplice decidere qual è il modo migliore per mostrare la cascata.

 

 

 

cascate di Monte Gelato (Parco della Valle del Treja, vicino Roma)

 

 

Livello E3 (le immagini sono delle belle illustrazioni ma non sono arte)

 

A questo livello il fotografo scatta belle immagini, ma migliorare significa creare arte, mettere qualcosa di se stessi nelle immagini e rendere un’immagine qualcosa in più di una, seppur grande e bella, rappresentazione del mondo reale. Significa arrivare a creare immagini invece di scattare fotografie.

A questo livello scattiamo, ad esempio, bei tramonti ma chi guarda desidera il tramonto, non la sua immagine. Come migliorare? Potremmo iscriverci all’Accademia di Belle Arti ma questo non è sempre praticabile. Allora ci sono alcuni passi che possono aiutarci:

 

 

Livello E4 (iniziamo ad essere artistici ma il messaggio non è chiaro)

 

State sforzandovi di essere creativi, avete trovato qualcosa che abbia un significato per voi ma il messaggio non è chiaro.

Ecco alcuni suggerimenti:

 

1) E’ necessario che la composizione sia più forte. Non basta avere uno o due elementi compositivi accoppiati, ci vuole un tema che si ripeta nell’immagine. Sforzatevi di più per ripetere questi temi dominanti. A volte questo significa non scattare delle foto perché quello che inquadriamo non offre abbastanza.

 

2) Lavorate molto sui bordi delle vostre immagini. Ad ogni inquadratura analizzate a fondo la parte esterna dell’immagine. Usate bordi e angoli nella composizione del soggetto, cercate di capire cosa fare con le linee che vanno verso i bordi. Cercate di fare in modo che l’occhio di un ipotetico osservatore non venga distratto verso fuori dall’immagine. Attenzione che il nero che circonda il mirino della reflex aiuta a mantenere lo sguardo sull’immagine inquadrata. La stampa invece è bianca e questo aiuto non c’è. Che fare? Qualcuno, almeno all’inizio, utilizza delle piccole cornici bianche, come si fa negli istituti artistici, oppure un telaietto di una diapositiva  per l’inquadratura iniziale.

 

3) Migliorare a questo livello significa eliminare dall’immagine tutto ciò che ne è a detrimento. Se possibile questo viene fatto in fase di ripresa, altrimenti in fase di postproduzione. Si possono cambiare i colori, la luminosità, il contrasto o, se per voi è lecito, cancellare alcune parti dell’immagine.

 

4) Frequentate dei workshop fotografici di qualcuno di cui ammirate la fotografia e sia anche un buon istruttore (le due cose non sono consequenziali). I workshop possono durare da alcune ore ad alcuni giorni ed essere tenuti in classe o sul campo (o entrambi). Si impara di più in classe perché sul campo gli studenti si sparpagliano e quindi è difficile avere più di uno o due consigli dagli istruttori in una sessione (a meno che non si sia pochi e vicini).

 

 

Livello E5 (le immagini sono ammirate dai colleghi fotografi ma mancano di impatto emotivo)

 

Il livello E5 è ammirevole. Dobbiamo passare a meraviglioso. A questo livello si è padroni della composizione, illuminazione, presentazione e così via. Tante immagini dei maestri sono ammirevoli ma non meravigliose perciò non è una vergogna trovarsi a questo livello, anzi. La domanda da farsi è: c’è qualcosa che posso fare per creare immagini meravigliose?

Stiamo tentando di passare da “Questa foto starà bene appesa in salone” a “DEVO avere quest’immagine, significa così tanto per me”.

Ovviamente è inconcepibile che la maggior parte delle proprie immagini sia meravigliosa (ritengo non ci sia riuscito nessuno), ma averne qualcuna sarebbe bello.

Ma come fanno alcune immagini ad essere forti emotivamente e con un messaggio? Questa è una domanda da farsi con ogni tipo di immagine, natura morta (still life per quelli bravi), animali, paesaggi…E’ più facile per foto di cronaca ma vale per tutti i tipi di immagini.

Io fotografo paesaggi e il loro messaggio può essere eccitazione o tranquillità. Un’immagine può mostrare bellezza dove non ce la aspettiamo. Le immagini dei fiori sono, a volte, più belle del fiore reale, vuoi per l’illuminazione che per la composizione, l’inquadratura, la vicinanza al soggetto.. Magari perché è in bianco e nero e allora enfatizza forme e volumi.

Allora come creiamo immagini meravigliose come messaggio e impatto emotivo? Dobbiamo iniziare da scene che hanno un impatto emotivo su di noi, poi dobbiamo tentare di mostrare questo impatto nelle nostre immagini. E’ inutile girare per le periferie degradate a raccogliere immagini sfruttando situazioni limite. Se invece aiutassimo le stesse periferie, ci impegnassimo con i loro abitanti allora, forse, potremmo avere immagini migliori, che scaturiscono dalla nostra anima e dalla cooperazione dei soggetti.

Se vediamo qualcosa che riteniamo essere un buon soggetto, anche se non ci dice nulla emotivamente, è inutile creare una composizione interessante, una bella illuminazione e altro ancora. Se il soggetto non ci ha coinvolto emotivamente, è difficile che coinvolga chi guarderà la fotografia.

Se troviamo l’interesse allora troviamo la foto, non il contrario.

Come mettiamo l’emozione nell’immagine? Non ho ricette se non la pratica. Ho scoperto che più scatto più ci riesco ma solo dopo aver fatto un bel giro per assorbire l’essenza del luogo (sono un paesaggista, ricordate?). A volte faccio solo il giro e non scatto.

 

 

Livello E6 (meraviglioso ma non iconico)

 

Non ho mai creato un’immagine iconica ma penso che se anche l’avessi fatto non sarei in gradi di spiegare come rifarlo, tanto e tale è il concorso di fattori interni ed esterni (penso ai media) coinvolti.

Sto scrivendo avendo a fianco uno splendido libro di ritratti di Steve McCurry con, in copertina, la Ragazza Afgana (e sul retro la stessa ragazza un attimo dopo, mentre si ricopre il volto con il velo).

Ora, Steve McCurry è uno splendido fotografo ma c’è una sola Ragazza Afgana. Questa misteriosa ragazza che ha intrigato tutto il mondo dal 1984 si chiama Sharbat Gula e vive in una regione remota dell'Afghanistan con il marito e tre figlie. Ci hanno messo 20 anni per scoprirlo, ma a chi importa? Per tutti lei è la ragazza afgana. Se volete sapere altro fate click sull'immagine.

 

 

 

 

 

Ricordate la Migrant Mother (la madre emigrante) di Dorothea Lange? La Lange ha scattato tante foto potenti emotivamente ma questa madre è rimasta un’icona della grande depressione americana degli anni '30.

 

 

 

 

Cosa possiamo dire? Che più siamo in grado di creare immagini con un messaggio chiaro ed un forte contenuto emotivo e più probabilità avremo di creare un’icona (sono ottimista, lo so).

  

 

Conclusioni

 

Non crediate che io sia un maestro di quanto scritto. Purtroppo sono un buon insegnante ma non una grande fotografo. Ma studio continuamente, che è l’unica cosa da fare. Sempre.

In fondo quello che ho detto potrebbe anche non esservi utile ma io penso che sapere dove ci si trova e dove si vuole arrivare rende il viaggio più semplice.

 


©2008 Aristide Torrelli