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La scelta dell’attrezzatura per un viaggio


Prepararsi per un viaggio, fotograficamente parlando, è sempre una cosa complicata. Vorreste avere tutto con voi ma questo non è quasi mai possibile. Io ho girato mezzo mondo (lo potete vedere nelle mie Gallerie fotografiche) e ho accumulato una certa esperienza, sia nei Grandi Viaggi che in quelli un po' più normali. Un Grande Viaggio è un viaggio in Africa o uno in Antartide a caccia di Pinguini oppure alle Galapagos. Per chi ama i paesaggi, come me, è un viaggio nel sudovest degli Stati Uniti o in Australia. Oppure può essere un viaggio per le capitali europee. Ci sono comunque una serie di elementi che contraddistinguono il Grande Viaggio:

Tralasciamo i Grandi Viaggi, che saranno oggetto di un articolo apposito e analizziamo, invece, i viaggi normali.

La prima e forse unica regola è:

Portate il meno possibile per fare il più possibile.

La domanda da farsi non è cosa portare ma cosa si vuole ottenere. Solo così potete stilare una lista delle cose da portare, il meno possibile, per fare quello che volete. Il tempo impiegato a fare questa lista è tempo ben speso e vi farà viaggiare leggeri. Molti principianti comprano un’infinità di cose e poi tentano di portarsele tutte in viaggio. Sembrano tanti sherpa, tanti portatori di attrezzatura. Il guaio è che poi sono troppo stanchi per fotografare. Galen Rowell, che faceva anche l’alpinista, ha fotografato quasi sempre con una reflex ed un 24 mm. Io non dico di fare altrettanto, però una riflessione si impone. Tanto equipaggiamento, di livello professionale e pesante, non significa automaticamente foto migliori.

Il corpo macchina

Qui è facile, a meno che non abbiate corpi macchina di marche diverse. Nell’ambito della stessa marca (quasi) tutto funziona bene accoppiando i vari pezzi. Se usate attrezzatura più vecchia, potrebbero nascere dei problemi, magari tra ottiche e corpi macchina. Nikon, pur avendo lo stesso accoppiamento meccanico dal 1959, ha tuttavia dei contatti elettrici ed elettronici che sono cambiati nel tempo, insieme alla presenza o meno, nell’obiettivo e/o nel corpo macchina, del motore di messa a fuoco per l’autofocus. Attenti, insomma, ad AF e AF-S e anche agli obiettivi G, senza ghiera del diaframma e quindi incompatibili con i corpi più vecchi.

Canon, invece, fece una scelta molto coraggiosa nel 1986. Tutto quello prodotto prima (FD) funziona bene ma è incompatibile con tutto quello prodotto dopo (EF/EOS). Insomma, potete prendere un’ottica di oggi e montarla su un corpo del 1988 ed essere sicuri che funzioni. Vale anche il viceversa, un’ottica del 1987 su un corpo del 2010. Solo le ottiche EF-S funzionano con i corpi con sensore APS-C. Anche qui, quindi, attenzione.

La Canon EOS 650

Leica non ha mai cambiato innesto dal 1954 e, poiché non ha mai introdotto grosse sofisticazioni elettroniche, assicura il funzionamento di tutti gli obiettivi prodotto dal ’54 ad oggi su tutti i corpi prodotti nello stesso periodo. Cito Leica solo per questo motivo, non altri, visto che non ne possiedo una. Con Leica ci sono meno problemi di scelta ma ce ne sono altri, legati ai sistemi a telemetro.

Una Leica M3

Quindi scegliete corpi macchina ed ottiche che funzionino in maniera integrata, per non dovervi trovare in campo con situazioni scomode o addirittura nell’impossibilità dello scatto.

Le ottiche

I principianti spesso pensano che debbano avere ottiche per coprire da 14 mm a 500 mm e più senza buchi. In realtà è una loro percezione errata, così come è errato pensare di aver bisogno di focali estreme.

Continuità ovvero coprire tutti i millimetri

Non c’è mai bisogno di coprire ogni millimetro di lunghezza focale. Se provate a farlo vi ritroverete con il doppio di attrezzatura e cambierete molto più spesso ottica. Dobbiamo tornare a muoverci noi, non a ruotare la ghiera dello zoom. In questo modo avremo anche dei cambi di prospettiva.

Prima non vi ho detto tutta la verità: Galen Rowell fotografava con un 24mm e un 75-150mm. Comunque era leggero e ha potuto, per questo, catturare un arcobaleno sul palazzo del Dalai Lama facendosi una corsa di più di un chilometro mentre tutti quelli del suo gruppo erano troppo stanchi e si erano seduti a tavola per cena. Galen ha mangiato del cibo freddo dopo, ma ha anche fatto una foto storica.

Se portate focali fisse, non portate tutte quelle che avete. Se avete un 20 mm, un 50 mm ed un 100 mm siete a posto, è inutile portare anche il 24 mm, il 35 mm, l’85 mm, il 200 mm … insomma, avete capito. In questo modo cambierete meno l’ottica e farete più fotografie. Oltretutto, non avrete nemmeno la tentazione di cambiare obiettivo perché non l’avrete con voi!

Ansel Adams si portava dietro solo un tripletto di Cooke che equivale a tre ottiche a focale fissa (vedi il mio articolo Schemi Ottici Classici). Per molti di noi, uno zoom grandangolare (17-40) ed uno zoom tele (70-200) sono più che sufficienti, al limite accompagnati da un 50 mm fisso. Altri, come Henry Cartier Bresson, hanno scattato per tutta la vita con una sola ottica (un 35 mm, per la cronaca).

Non duplicate ogni cosa

Un errore comune, a meno di non farlo per ridondanza (vale solo per il Grande Viaggio), è quello di portare due ottiche che hanno gran parte delle focali sovrapposte. Mi spiego: se porto il 17-40, non porto il 24-105 perché sto duplicando le focali da 24 a 40. Se aggiungo il 70-200, copro anche le focali tra 70 e 105. La mancanza di copertura nelle focali 40-70, si risolve facendo un passo avanti con il 17-40 oppure un passo indietro con il 70-200. Al limite portate un 50 mm, piccolo e leggero, magari macro. Se portate un 50mm macro, non portate, però, anche un 50mm non macro.

Scegliete delle ottiche che possono fare due cose

Portare un 100mm macro f/2.8 ci risparmia di portare un 100mm non macro oppure un pesantissimo zoom f/2.8. Il 100 mm f/2.8 macro è più piccolo e leggero e possiamo scattare anche con poca luce, senza dover alzare troppo gli ISO. 

Evitate gli estremi

Una volta, qualche decina di anni fa, le macchine fotografiche si vendevano con il 50 mm, l’ottica con cui tutti iniziavano a fotografare. Un motivo c’era, il 50 mm aveva un angolo di campo ripreso molto simile all’occhio umano, era un’ottica “normale” e poi era anche economico. Anche oggi il 50 mm è l’ottica più utile di tutte. Più la focale si allontana da 50 mm e meno sono utili ed utilizzate le ottiche. E diventano pure più grandi, pesanti e costose. Se poi arrivate ai sogni di tanti, i fisheye o i supergrandangolari 14 mm piuttosto che un super tele 600 mm, siete giunti a ottiche che costano quanto e più di uno scooter e che sono estremamente specialistiche. Talmente specialistiche che, a meno di non fare quel tipo specifico di foto, le userete pochissimo. Canon o Nikon saranno ben felici di vendervi un 500 mm per 6000€, anche se poi lo userete per 100 scatti l’anno. Che vuol dire 60 € a scatto! Forse era meglio affittarlo. D’altronde tali ottiche costano tanto perché sono complesse da progettare e costruire e se ne vendono poche, almeno rispetto ad altre ottiche.

 

Utilità e lunghezza focale

Nel grafico ho riportato le curve dell’utilità e del peso, dimensioni, costo delle ottiche dal fisheye al 400 mm. E’ un diagramma qualitativo e certamente non rappresenta ognuno di noi (per me, ad esempio, i grandangolari sono molto più utili dei tele) ma vuole essere uno stimolo a riflettere.

Quando ci si allontana dalla focale 50 mm, le ottiche tendono a diventare meno utili e più costose, pesanti e ingombranti. Se vi serve un grandangolare, scegliete un 18 mm, un 21 mm o un 24 mm ma non tutti e tre. Se vi occorre un medio tele prendete un 85 mm o un 100 mm ma non entrambi.

Se poi scendete sotto i 20 mm o andate oltre i 135 mm, utilizzerete queste ottiche solo per poco tempo ma le trasporterete per il 100% del viaggio. Quindi, se non c’è un motivo valido per portarle in viaggio, non fatelo. Al limite potreste affittare qualche ottica esotica sul posto.

Filtri

Un altro punto di attenzione è relativo ai filtri per le ottiche che porteremo in viaggio. Io porto sempre con me tre filtri: un filtro neutro da tre diaframmi, un filtro neutro graduato da due diaframmi ed un polarizzatore.

Il primo mi serve per diminuire l’esposizione e poter usare tempi molto lenti così da avere l’effetto capelli d’angelo sull’acqua. Il neutro graduato mi occorre per evitare di avere il cielo bruciato nei paesaggi e ricondurne l’esposizione nei limiti del sensore. Il polarizzatore mi serve per … dovreste saperlo. Gli zoom professionali Canon hanno un passo dei filtri di 77 mm, perciò posso usare gli stessi filtri su tutti gli zoom. Però non tutte le ottiche hanno il passo 77, qualcuna ha 67, qualcun'altra ha 58. Insomma, un bell’impiccio. Fate molta attenzione perché non è piacevole dover portare due set di filtri e gestirli in campo. A volte gli anelli adattatori possono aiutare.

Si dice che le ottiche professionali si distinguono da quelle amatoriali perché hanno tutte lo stesso passo dei filtri. In realtà questo non è vero, o almeno non più. Nikon ha retto fino agli anni 90. Poi è stata costretta a cedere ed oggi ha ottiche con passo filtri di 77 mm, ma anche 52 mm, 58 mm, 62 mm, 67 mm, 72 mm.

Canon se ne è sempre dimenticata, invece. Perciò le sue ottiche hanno sempre avuto tutti i diametri di filtri possibili e immaginabili. Addirittura il Canon 16-35mm f/2.8 L II usa filtri da 82 mm.

Il sistema Contax G, invece, è un vero sistema. Usa filtri da 46 mm e basta, a parte il 21 mm f/2.8 che usa quelli da 55 mm.

 

Paraluce

Io uso sempre il paraluce quando ritengo ci sia la possibilità di riflessi parassiti. E’ un buon metodo per non abbassare il contrasto. Innestatelo all’inizio della sessione di scatto e lasciatelo innestato, sarà utile anche per evitare ditate involontarie alla lente frontale.

Tappi

Uso sempre anche i tappi delle ottiche. Se poi riuscissi ad avere ottiche con lo stesso diametro dei tappi sarebbe una cosa davvero bella. Potrei scambiare i tappi senza problemi. Purtroppo questo capita solo con i tappi posteriori. Il sistema Contax G era una meraviglia: tutte le ottiche avevano gli stessi tappi anteriori. Però avevano quelli posteriori diversi (i grandangolari sporgevano di più)!

Peso

Il peso è tutto. Quando scegliamo obiettivi e corpi macchina per un viaggio, il peso è più importante del prezzo che li abbiamo pagati. Dobbiamo scegliere un corredo e poi cambiarne la composizione per abbassare il peso senza diminuire la nostra capacità di riprendere immagini. Mi spiego: è inutile togliere il 400 mm perché pesa troppo e sostituirlo con un 200 mm se andiamo a Bosque del Apache a fotografare uccelli. Il 400 mm è un obbligo (forse è pure corto). Però, se portiamo il 100 mm macro, allora togliamo l’85 mm da ritratto. Useremo il 100 mm. Portare meno peso significa divertirsi di più e poter camminare più a lungo, facendo più scatti. Possiamo anche infilare il nostro corredo in una piccola borsa e non sembrare fotografi, così da non tentare i ladri.

Conclusione

Una volta decisi gli aspetti più semplici, quelli del formato da portare, state attenti a mettere insieme un insieme di ottiche che siano poche, leggere e piccole e che coprano l’intervallo di focali che vi necessita. Se poi avessero anche lo stesso diametro per i filtri non sarebbe male. Comunque, se dovete sbagliare, fatelo portando meno, mai troppo. Finché avete almeno un obiettivo, avete quello che vi serve. Tutto il di più è solo un fastidio.


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©2011 Aristide Torrelli