Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione
Aristide Torrelli, fotografo fine art
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Ogni volta che torno da un viaggio, guardo le schede che ho riempito e mi chiedo: avrò fatto le foto che speravo di fare? Poi penso che la cosa peggiore non sia quella di non fare quella certa foto ma di tornare a casa con 5000 immagini, sedersi al computer e guardare lo schermo con lo sguardo vacuo e un pensiero in testa: e ora che faccio? Come posso districarmi in questo cumulo di immagini? Chi mi conosce sa che mi piace essere sempre in controllo, con un flusso di lavoro in mente e sempre pronto ad applicarlo. Perciò ecco cosa faccio:
Uno
Scarico immediatamente tutte le immagini nel mio sistema raid e le importo in Lightroom, impostando immediatamente uno o più tag generici (es: Alaska, Anchorage, se le foto sono state scattate lì). in questo modo le trovo più facilmente in seguito. C’è chi fa parte del lavoro in campo, portandosi un computer con Lightroom. in questo caso si troverà già un catalogo pronto, magari anche con le valutazioni (le stelline). Gli basterà importarlo e il gioco è fatto. Io trovo questa modalità molto faticosa. Quando arrivo a sera, dopo una giornata che finisce dopo il tramonto, intorno alle 21, ho voglia di cenare e dormire, ben sapendo che prima di dormire devo scaricare le schede con DownloaderPro su due hard disc diversi, pulire l’attrezzatura e caricare le batterie. Tutto questo richiede tempo e non riesco mai ad andare a dormire prima delle 11. Quando vai a dormire la sera alle 11 e ti alzi la mattina alle 4.30/5, non hai tutta questa voglia di lavorare con Lightroom sui cataloghi, la sera.
Due
Una volta eseguito il punto 1, tiro fuori il secondo sistema raid (che non tengo in linea), un altro Drobo, e faccio il backup completo del sistema principale. Ora ho due copie di tutto su sistemi che sopportano la rottura di un disco dei quattro che hanno a bordo.
Qualcuno ha anche un sistema di backup sempre attivo in linea, che lavora in background, perciò avrebbe tre copie dei file.
Tutto questo perché la sicurezza delle immagini è una priorità.
Tre
Non è una gara. Mi siedo e scorro le immagini, le osservo, marco per l’eliminazione quelle sfocate o con difetti irrecuperabili, assegno una stella alle immagini che mi sembrano buone, nessuna stella a quelle che non mi dicono nulla, tre stelle a quelle che mi sembrano ottime. Un sistema a cinque stelle va usato, secondo me, come 1, 3, 5. I numeri 2 e 4 vanno tenuti per parcheggiare quelle immagini che non sai se sono da promuovere o retrocedere. Mi spiego meglio. Una immagine che ho portato a 2, la vado a rivedere dopo una settimana o un mese, a mente fredda. In quell’occasione mi rendo conto che non era granché e la retrocedo a 1 oppure che è buona e la avanzo a 3.
1, 3, 5 significano:
1: foto discreta, buona per gli articoli sul web o i ricordi;
3: foto buona, da utilizzare negli articoli o come supporto di foto a 5 stelle nelle pubblicazioni;
5: foto splendida, da stampare e vendere, da utilizzare per profitto.
L’obiettivo è trovare l’oro, le immagini a 5 stelle, non tutte le immagini che valgono 1 stella, quelle possiamo anche ritrovarle in seguito.
Quattro
Metto le immagini a 5 stelle in una collezione, sapete, quelle raccolte virtuali… Su questa collezione di immagini applico il mio flusso di lavoro.
Cinque
Le stampo. Magari su carta fotografica A4 e non in formato gigante, ma le stampo. Magari le firmo, sicuramente le guardo e le mostro agli amici ogni volta che posso. Quando li osservo intenti a guardare il mio lavoro mi rendo conto quali sono le immagini che a loro piacciono di più e quali meno. Mi aiuta anche a trovare dei difetti tecnici (stampa troppo scura o troppo chiara, sharpening…) e a prendere nota per correggerli in seguito.
Sei
Mi verso un bel te e spargo le stampe sul tavolo. Le guardo in maniera acritica, me le godo, le tocco, sento la carta tra le dita e ricordo il momento dello scatto, quel che rappresentano le immagini, il loro messaggio.
Le dispongo secondo un certo ordine e poi mi chiedo se posso presentarle in altro modo. Se dovessi presentare solo otto immagini, quali metterei in sequenza? E se ne dovessi presentare 15? Come si lega questo lavoro con i miei altri lavori? E se dovessi continuare a fare questo lavoro, come proseguirei?
E poi faccio qualcosa di digitale: mi preparo un ebook con le immagini, un semplice pdf o qualcosa di più elaborato. Magari penso a un portfolio o una monografia….
Vi lascio un consiglio
Fate qualcosa con le vostre immagini, non fatevi paralizzare dal loro numero. Avete scattato 3500 foto. E allora? Non dovete trovare TUTTE le immagini decenti, basta trovare quelle poche che vi dicono qualcosa. Le altre le scopriremo dopo, il mese prossimo, l’anno prossimo, mai, se non ne sentiamo la necessità perché quel che abbiamo trovato ci soddisfa. Perciò fateci qualcosa, stampatele, condividetele, createci una pubblicazione, una serie di immagini che comunichino un messaggio e non tiratele fuori una ogni tanto.
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