Home ] Bio ] I link ] Gallerie ] Tutorial ] Contattami ] Miscellanea ] Pubblicazioni ] Corsi e Workshop ] Cartoline ]

 

Usare gli ultragrandangolari

 


Mi piacciono gli ultragrandangolari, lo ammetto. Mi piace avvicinarmi al massimo agli alberelli o agli arbusti sui bordi dei canyon. Ma c’è di più.

L’occhio umano vede, più o meno, come un 50mm su una full frame. E’ per questo che lo chiamano “normale”. Le focali più corte si chiamano grandangolari, ma non sono tutti uguali. Ci sono grandangolari e supergrandangolari. E ultragrandangolari. Più largo è l’angolo di campo più i risultati sono drammatici. Lo scatto, però, è più difficile.

Per chiarire di che focali sto parlando, visto che sono diverse a seconda delle dimensioni dei sensori, vi posso dire che parlo di

 

Full Frame (5D mkII)

APS-C (50D)

Grandangolari

Da 28mm a 35mm     

Da 17mm a 22mm

Supergrandangolari

Da 24mm a 28mm     

Da 15mm a 17mm

Ultragrandangolari

Da 16mm a 24mm     

Da 10mm a 15mm

Insomma i vari zoom 16-35 o 17-40 di Canon su FF oppure il 10-22, sempre Canon su APS-C.

Il primo scatto che in genere si fa con un ultragrandangolare è quando non c’è spazio per arretrare e si deve “far entrare tutto”. L’obiettivo compositivo è solo quello di far entrare più cose nell’inquadratura. D’altronde è quello che si nota inquadrando con un obiettivo di questo genere: ci vanno più cose nell’inquadratura.

Poi si nota anche perché io li definisco “obiettivi da marciapiede”. Utilizzandoli come una normale ottica, si finisce per inquadrare molto di quello che si ha davanti, vicino ai piedi. Poi c’è chi, in postproduzione, taglia l’immagine, la rifila per togliere tutto quello spazio vuoto e abbiamo una bella serie di immagini in formato quadrato!

Tutto questo, però, fa perdere di vista il vero fascino di un ultragrandangolare. La cosa bella non è che inquadra tanto, è che permette di avvicinarsi tantissimo al soggetto in primo piano, mantenendo a fuoco uno sfondo distante. E più è grandangolare l’ottica, più vi potete avvicinare. E’ la composizione vicino/lontano tanto cara a noi paesaggisti.

Per ottenere i migliori risultati con un ultragrandangolare, dovete prestare molta attenzione alla posizione della vostra fotocamera: troppo lontana e il soggetto in primo piano non riempirà il fotogramma. Quando però vi avvicinerete, noterete che non solo la dimensione del vostro soggetto sembrerà esagerata. Spostando la fotocamera pochi centimetri da un lato o dall’altro vi farà sembrare di averla spostata di metri. In queste occasioni, prestate molta attenzione ai dettagli, prendetevi tutto il tempo che ci vuole e pensate a cosa state facendo. Controllate tutto il fotogramma, non solo il soggetto. Un ultragrandangolare inquadra “tanto”, perciò evitate di inquadrare la vostra ombra o la vostra borsa con l’attrezzatura poggiata in terra.

Nella fase di ricerca dell’inquadratura, potete fare come me, inquadrando a mano libera. Muovetevi a destra, a sinistra, in alto ed in basso. Guardate come cambia la vostra composizione, imparate l’effetto su di essa dei vostri movimenti. Una volta trovata la posizione, piantate il treppiede e fissate l’inquadratura. In questo modo, oltre ad avere il massimo della qualità nello scatto, potrete raffinare la composizione. Ricordate poi di chiudere a sufficienza il diaframma. E’ vero che gli ultragrandangolari hanno elevata profondità di campo ma forse ve ne serve un po’ di più di quella ottenibile a tutta apertura, specie se lo sfondo è molto lontano.

Io uso f/16 con il mio 17-40, con messa a fuoco a poco meno di un metro. Lo faccio perché mi serve avere a fuoco da 30 o 40 centimetri fino all'infinito. Sento già qualcuno dire: "Ma a 17 mm ti basta f/11 per avere quella profondità di campo!". Vero, però le tabelle della profondità di campo sono calcolate per un circolo di confusione di 30 micron. Io ingrandisco tanto e quindi calcolo la profondità di campo con un circolo di confusione di 20 micron, più stringente. Per ulteriori dettagli, leggetevi il mio articolo La profondità di campo

Un ultimo consiglio: usare in modo efficace un ultragrandangolare richiede audacia, non timidezza. Se volete stare in piedi e a distanza, usate un normale. Se volete usare un ultragrandangolare non siate timidi, avvicinatevi di più e poi fate un altro passo avanti! Vedete fino a dove potete spingervi, è questo il gusto dell’ultragrandangolare.

Mi piace abbassarmi o sdraiarmi al suolo davanti ad un arbusto con un bel canyon di sfondo. Con la luce dell’alba o del tramonto che illumina tutto, riesco a scattare senza curarmi del tempo che passa, godendomi la natura. Se non l’avete mai fatto, provate e vedrete che vi piacerà.


Aiutatemi ad aiutarvi

Vi è piaciuto il tutorial? Lo avete trovato utile? Se il mio sito è per voi utile come un libro che avreste dovuto comprare o un workshop che avreste dovuto frequentare, pagando, allora permettetemi di continuare ad aiutare tutti. Se non lo avete ancora fatto, fatelo adesso. E' bello che ci siano persone come voi che mi permettono di continuare ad aggiungere conoscenza al sito. Grazie.


©2011 Aristide Torrelli