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Giudicare le immagini online, un errore gravissimo

 


 A volte mi arrabbio veramente per cose che possono sembrare stupide agli occhi degli altri. Una cosa che mi fa profondamente inquietare è scoprire persone che non leggono quello che scrivi, ovviamente non lo capiscono e pontificano. Prima di parlare bisogna sempre ascoltare e leggere. Un'altra cosa che mi fa agitare è quando leggo di qualcuno che giudica (positivamente o negativamente) una fotocamera, un obiettivo o una foto (dal punto di vista tecnico, non artistico) basandosi sulle immagini sul web, quelle di dimensione massima 800 punti o meno.

Ma cosa pensano di capire da un'immagine da 100 ppi, a schermo, magari non calibrato, osservato in condizioni non ottimali (piena luce, riflessi...)? Mistero.

Certo, se la vostra idea di giudizio si basa sul guardare un'immagine a video, buon per voi. Ma la fotografia Fine Art non è questo. La fotografia Fine Art è ed è sempre stata legata alla stampa. Il mondo digitale dell'immagine ha certamente aggiunto una nuova dimensione legata all'osservazione dell'immagine e non contesto certo questo. Anch'io ci sto dentro, basta osservare il mio sito.

Se vogliamo giudicare fotografie e l’attrezzatura usata per produrle guardando un’immagine da 800 pixel, direi che stiamo sprecando tempo. Per quante differenze si possono vedere, utilizzare una reflex di alto rango o una piccola compatta da un paio di megapixel è la stessa cosa.

Ma c'è dell'altro. Le immagini per il web sono nello spazio colore sRGB, uno spazio con un gamut fortemente compresso rispetto ad altri spazi utilizzati nell'editing (mi riferisco al ProPhoto RGB). Inoltre sono stati immessi sul mercato dei monitor in grado di visualizzare immagini nello spazio Adobe RGB e molte stampanti eccedono anche tale spazio. Insomma, una immagine per il web è un copia veramente pallida, povera di quello che può essere una buona stampa Fine Art.

 

Albero e Mitten. Monument Valley. Settembre, 2008

 

Le immagini per il web, poi, sono anche JPG, quindi compresse, immagini a cui sono state tolte informazioni per renderle gestibili sulla rete. Molti fotografi che inseriscono immagini online, si sforzano di renderle al meglio ma la maggior parte automatizza il processo e finisce con file piccoli in dimensioni, veloci da caricare ma fortemente penalizzati nei contenuti.

Qualcuno risponderà: “Ma io le osservo al 100%”. E lo so che qualcuno lo fa perché me lo sento ripeter in continuazione. Al 100% le differenze si vedono, no? Si, certo, si vedono le differenze tra le immagini osservate su schermo al 100%. Questo però (peccato!) non ha nulla a che vedere su come un’immagine apparirà stampata e molti sembrano non rendersene conto. Questo vale anche nel giudicare il rumore, la risoluzione, il comportamento nelle ombre e così via. Un metodo che qualcuno (pochi) offre è quello di poter scaricare i file raw originali per poter fare i confronti. Ma qualcuno li fa veramente? Se fosse stato così semplice ci avrebbe pensato quello che mette a disposizione i file raw. E così, via, tutti a caricare immagini da cinque o seicento pixel di lato.

Ma avete veramente mai valutato la qualità degli alti ISO di una fotocamera ed il relativo rumore? Avete mai sentito qualcuno dire “la EOS 50D (15 megapixel) è più rumorosa della 40D (10 megapixel)” oppure “La Nikon D3 (12 megapixel) è più pulita a 3200 ISO della EOS 1Ds MkIII (21 megapixel)”? Io tante volte, ed ogni volta ci si basava su crop al 100%, come se questa fosse una verità incontrovertibile. Le macchine a risoluzione più alta possono anche avere un rumore per pixel (leggermente) più alto di quelle a risoluzione più bassa. Ma quando facciamo una stampa delle stesse dimensioni per entrambi i file, la macchina a risoluzione più alta avrà bisogno di meno ingrandimento e allora vedremo meno rumore nella stampa rispetto all’altra macchina. D’altronde, se ingrandiamo di più l’immagine della fotocamera a risoluzione minore, ingrandiremo anche il rumore. Ecco anche spiegato perché le fotocamere medio formato digitali si basano ancora sui CCD e non sui CMOS. Il CCD è intrinsecamente (per pixel) più rumoroso e lo si vede nei crop al 100% a video. Sulle stampe, però, si vede meno rumore grazie all'elevato numero di megapixel (40/60 megapixel).

Insomma, è solo la stampa finale di un fotografo che può permettere di vedere certe cose, non certo gli ingrandimenti al 100% a schermo, che rischiano di mostrare addirittura l’opposto della realtà.

Non potete immaginare quante volte le persone mi dicono “Non posso credere quanto sono diverse (in meglio) le tue stampe rispetto alle immagini sul sito”. E lo stesso mi dicono dei colleghi che mettono in mostra il loro lavoro sul web e nelle gallerie, stampato in grande formato. Ce ne sono anche alcuni che non mostrano le loro foto online perché ritengono che il web non sia in grado di rappresentarle correttamente e ridurrebbe la percezione della qualità del loro lavoro.

Insomma, il punto non è se fotografate per la stampa o per il web, entrambe sono strade percorribili. Ma smettetela di giudicare la qualità tecnica di fotografie ed equipaggiamento osservando dei piccoli francobolli sul web. I crop al 100%, per quanto utili per valutare alcuni aspetti tecnici, non ricordano neanche lontanamente una stampa. Guardare i pixel in dettaglio, cosa che a molti piace, non ha nulla a che vedere con la stampa finale di un fotografo Fine Art.

La fotografia è una ricerca dell’estetica che coinvolge anche la tecnologia. Ma questa serve quella e solo se viene vista nel contesto della forma finale di presentazione la si può valutare.


©2009 Aristide Torrelli