Home ] Bio ] I link ] Gallerie ] Tutorial ] Contattami ] Miscellanea ] Pubblicazioni ] Cartoline ]

 

La miglior “pellicola” per una fotografia


La scelta della pellicola. Sembra fuori luogo e fuori tempo in questi giorni. Sembra. Invece, con il digitale le scelte relative alla “pellicola” sono più importanti e numerose che mai. No, non ho respirato qualche strana sostanza, tranquilli. Scattando in formato RAW siamo responsabili dello “sviluppo” di questo negativo digitale ma siamo anche responsabili di scegliere se l’immagine deve essere a colori o in bianco e nero, quanto deve essere satura, quanto contrastata, quanto nitida. Siamo, come ho detto più volte, il laboratorio.

 

 

La scelta parte da lontano, al momento di osservare la scena da fotografare e “vederla”. Chiediamoci:

 

 

Potremmo continuare a lungo su questa strada. La cosa chiara è che il nostro convertitore raw (Lightroom, ACR, Capture One, Aperture…) non è solo uno sviluppatore di pellicole, è il luogo dove scegliamo la pellicola!

E’ durante il workflow che noi decidiamo quanta saturazione serve ad un’immagine (secondo la nostra visione), che poi equivale a dire che qualche anno fa avremmo usato la Fuji Velvia piuttosto che il Kodachrome. La Velvia si caratterizzava per elevata saturazione e contrasto, oltre che per la fedeltà dei colori. La Kodachrome aveva i toni caldi ed una bellissima riproduzione delle tonalità rosse. C’era anche chi usava la Ektachrome, caratteristica per i colori più freddi e la tendenza ad una dominante bluastra. Ho usato il passato perché per me è veramente passato: sono 10 anni che uso il digitale e non scatto più a pellicola. Non ce l’abbia a male con me chi ancora la usa.

 

Quanto detto ha una implicazione fondamentale: non possiamo incolpare il produttore se i colori delle nostre immagini non piacciono al nostro pubblico. E’ il nostro giudizio ed il nostro senso estetico che ci dicono quanta saturazione o contrasto mettere in un’immagine. Siamo molto più liberi. Però corriamo un altro rischio: che la “pellicola” usi noi invece che il contrario. Mi spiego: immaginatevi 15 anni fa, utilizzatori di Velvia. Questa pellicola incrementa contrasto e saturazione, perciò è eccellente in scene a basso contrasto con luce morbida, che rende i colori in modo delicato. Ci pensa poi la Velvia a fare il suo lavoro. Se invece la scena ha contrasto elevato allora la Velvia la renderà in modo non piacevole all’occhio perché non sarà in grado di gestire un contrasto già di per se elevato.

 

 

Potreste dire: ma la luce tipica di un paesaggio è proprio quella di prima, quella “da Velvia”, poco contrasto e luce morbida. Vero, e sono anche le uniche condizioni di luce in cui potete scattare con la Velvia senza chiudere le ombre o bruciare le alte luci. Ma se volete esplorare altri tipi di luce? Se vi piace la luce diretta di prima del tramonto o di dopo l’alba? Se volete fotografare le pareti di un canyon illuminate direttamente dal sole? In casi come questo la Velvia non è utilizzabile e chi si limita a questa pellicola è fortemente limitato nelle sue scelte.

 

Ci sono state e ci sono generazioni di fotografi che utilizzano la Velvia e il cui stile è stato plasmato da essa. Le loro foto sono splendide ma voglio ricordarvi che c’è vita oltre la Velvia. Dobbiamo imparare, e il digitale può aiutarci in questo, a scoprire nuovi modi di creare le nostre immagini. Non dobbiamo fermarci ad una sola caratteristica tipica di una pellicola perché possiamo fare di più e meglio.

 

Provate questo esercizio. Prendete una vostra specifica immagine e createne tante variazioni quali bianco e nero, seppia, colore saturo, colore delicato, desaturato e così via. Per il seppia utilizzate più o meno intonazione per avere sfumature seppia chiaro o scuro. Se siete pratici create anche delle immagini a due, tre e quattro toni. Adesso stampatele informato 13x18 cm e affiancatele su un tavolo per scegliere quella che vi piace di più e quella che vi piace di meno.

 

 

Conclusioni

Potreste scoprire che davate gli stessi ritocchi alle immagini per consuetudine, che “utilizzavate la stessa pellicola” e che, invece, ci sono altre possibilità di vostro gradimento da portare nelle vostre immagini. Dai, forza, via al cambiamento!

 


©2010 Aristide Torrelli