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La pellicola e la scheda:

i costi dello scatto


 

Oramai, a fine 2011, mi sento di affermare che il digitale ha vinto la sua battaglia con la pellicola (parlo di 24 x 36 mm). E’ migliore e non si discute. Migliore come risoluzione, come purezza dei colori, assenza di grana e di rumore. Lo si può ingrandire a dimensioni che con la pellicola erano solo sogni, insomma viva il digitale. Attenzione, però. Non paragonate una compatta digitale con una reflex professionale a pellicola scansita con scanner a tamburo. Fate il confronto fra oggetti simili, che so, una Canon EOS 1V ed una 5D o 5D mark II con le stesse ottiche. Per piccole dimensioni d’immagine, poi, la pellicola non è male e, infine, ci sono ancora i nostalgici dello scatto con una telemetro come la Leica o la Contax G.

 

Allora vorrei fare un parallelo sui costi del fotografo analogico e del fotografo digitale, visto che sento tanti dire che il digitale è più costoso ma poi, approfondendo, scopro che paragonano mele a pere.

La cosa da stabilire è il flusso di lavoro da confrontare. Analizzeremo il flusso di lavoro più semplice, quello del fotoamatore che scatta un certo numero di rullini l’anno e li porta al laboratorio per lo sviluppo e la stampa. Mi baserò sui prezzi che mi hanno praticato ultimamente (sì, ho comprato alcuni rullini per la mia Contax G1) senza la pretesa di fornire dei riferimenti assoluti. Tuttavia i risultati saranno interessanti.

 

 

 

L’analisi

 

Dobbiamo definire alcuni parametri di base per la nostra analisi, coprendo varie tipologie di fotoamatore. Li differenzieremo in base al numero di scatti annui mentre non prenderemo in considerazione il costo dell’attrezzatura di scatto perché, se il digitale non è economico, non è che l’analogico lo regalassero. In effetti, il costo dell’attrezzatura di ripresa è un invariante per il fotografo. Vediamo i parametri base:

 

  1. Il nostro fotoamatore di riferimento scatta tra le 100 e le 10.000 foto l’anno;
  2. Ogni pellicola da 36 foto (negativo colore) costa 3€;
  3. Lo sviluppo di un rullo da 36 costa 2€;
  4. Ogni scheda da 4 GB contiene 400 foto;
  5. Una scheda da 4GB costa 20€.

 

Con una serie di semplici moltiplicazioni possiamo riempire una tabella:

 

Foto all’anno

Costo pellicola (si compra sempre)

Sviluppo pellicola (serve sempre)

Costo schede (si comprano una sola volta)

100

3 rullini x 3€ = 9 €

3 x 2€ = 6 €

1 x 4GB = 20 €

200

6 x 3€ =18 €

6 x 2€ = 12 €

1 x 4GB = 20 €

400

12 x 3€ =36 €

12 x 2€ = 24 €

1 x 4GB = 20 €

1000

30 x 3€ =90 €

30 x 2€ = 60 €

3 x 4GB = 60 €

3000

85 x 3€ =255 €

85 x 2€ = 170 €

8 x 4GB = 160 €

5000

145 x 3€ =435 €

145 x 2€ = 290 €

13 x 4GB = 260 €

10000

300 x 3€ =900 €

300 x 2€ = 600 €

25 x 4GB = 500 €

 

La prima cosa che si nota è che se scattate un cento o duecento foto l’anno, il digitale non fa per voi. Tenetevi ben stretta la vostra fotocamera a pellicola.

La seconda cosa che salta agli occhi è la convenienza delle memorie rispetto alla pellicola. Dobbiamo poi considerare che non sempre, a meno di viaggi lunghi, avremo bisogno di scattare migliaia di foto prima di farle stampare. Perciò, in effetti, avere 5 o 6 schede da 4GB, per poter scattare 2400 foto, è più che sufficiente. Non dobbiamo quindi investire in 25 schede, 5 bastano e avanzano.

Se scattiamo 10.000 foto l’anno, avremo dopo un anno, solo di supporti (lo sviluppo lo vediamo dopo), analogico 900€, digitale 100€ (le 5 schede). Per ogni anno successivo avremo: analogico 900€, digitale 0€.

Dopo 10 anni le cifre si fanno imponenti: analogico 9000€, digitale sempre 100€.

Mi sa che con il risparmio ci possiamo comprare una 1Ds mark III e ci avanzano dei bei soldi per le ottiche!

Certo, se scattiamo solo 400 foto l’anno il risparmio è di soli 16€ per il primo anno e 36€ per ognuno degli anni successivi. Dopo 10 anni abbiamo: analogico 360€, digitale 16€. Con il risparmio non ci compriamo granché ma d’altronde non abbiamo nemmeno scattato granché. Sicuri che siamo fotoamatori?

 

Il passo successivo da considerare è il laboratorio. In un caso abbiamo sviluppo e stampa, nell’altro riversamento su CD e stampa. I prezzi sono simili, per non dire uguali. La differenza è che con il digitale portiamo solo gli scatti che vogliamo tenere e stampiamo solo quelli. Comunque non facendo distinzioni, si ottengono gli stessi valori. Alla fine il digitale ci salva nella fase di ripresa.

 

 

Un flusso di lavoro di base

 

Il discorso si fa più interessante per chi gestisce un minimo il flusso di lavoro. In questo caso, essendo possessori di un PC, possiamo gestire il nostro archivio digitale (o di pellicole scansite) facendo stampare poche immagini e risparmiando molto. Se poi confrontiamo il fotografo analogico (stampa tutto) con il fotografo digitale evoluto (sceglie e stampa meno) abbiamo risparmi che superano il 50%.

Vediamo “quanto” significa aggiungendo due ulteriori informazioni:

 

  1. una stampa 10x15 costa circa 0,08€;
  2. una stampa 20x30 costa circa 1€.

 

1000 foto (30 rullini) costano 2€ di sviluppo l’uno e 0,08€ per ogni stampa. Quindi i 30 rullini costano 60€ di sviluppo e 80€ di stampe, totale 140€. Poi ci sono gli ingrandimenti ulteriori ma sono gli stessi sia per l’analogico che per il digitale e quindi non spostano l’analisi. Per le 1000 foto digitali abbiamo che potremmo stamparne anche solo la metà perché l’altra metà non è venuta bene. Per 500 foto (la metà di 1000) ecco 40€ di stampe risparmiati. Sono 40€ risparmiati che vanno a sommarsi ai 60€ che il fotografo digitale non spende per lo sviluppo. Totale speso 40€. Il fotografo digitale che scatta 1000 foto l'anno, risparmia 100€.

Quello che fa 10000 foto su pellicola (300 rullini), stampandone anche solo (si fa per dire) 5000, spende 1000€ tra sviluppo e stampa. Il fotografo digitale spende solo 400€ di stampe, risparmiando 600€.

 

Porta di Brandeburgo, Berlino

EOS 5D Mark II con Sigma 12-24 f/4,5-5,6  @ 12 mm, f/8, 1/250 sec, 200 ISO

A lungo termine

 

Ma dopo un certo periodo (lungo) di tempo, diciamo 10 anni, che succede? Guardiamo solo chi fa almeno 3000 foto l’anno, un fotoamatore appassionato che scatta sempre e non solo durante le ferie.

 

Foto in 10 anni

Costo pellicola (si compra sempre)

Sviluppo pellicola (serve sempre)

30.000

850 rullini x 3€ =2550 €

85 x 2€ = 1700 €

50.000

1450 rullini x 3€ =4350 €

145 x 2€ = 2900 €

100.000

3000 rullini x 3€ =9000 €

300 x 2€ = 6000 €

 

Dopo 10 anni di pellicola avremmo speso tra i 4250€ e i 15.000€, escludendo le stampe!

Il costo delle schede, al confronto, è marginale, un paio di centinaia di euro.

Insomma il digitale conviene. Lo scatto è a costo zero, rispetto alla pellicola dove ogni scatto costa circa (3€ acquisto + 2€ sviluppo)/36 = 14 centesimi. Anche calcolando il costo della scheda, lo scatto in digitale costa 6 centesimi e solo per il primo acquisto perché poi le schede vengono riutilizzate.

 

Gli altri flussi di lavoro

Quello presentato non è l’unico flusso di lavoro possibile. Esistono anche dei flussi di lavoro che definirei ibridi: si scatta in pellicola e, mediante scansione del negativo, si passa nel dominio digitale. Tuttavia non ci permettono di risparmiare proprio nella fase fondamentale che è quella di ripresa. La differenza tra pellicola e digitale è tutta li, nei costi di acquisto della pellicola e di sviluppo. Anzi, questi flussi ulteriori aggiungono il costo della scansione che non è trascurabile, sia se fatta in proprio (serve uno scanner per pellicola buono e molto tempo) sia se fatta da un laboratorio specializzato. Uno scanner per pellicola decente costa qualche centinaio di euro ed il tempo è di almeno un minuto a fotogramma. Il prezzo di un laboratorio dipende dalla qualità della scansione che misurano nella dimensione del file d’uscita. Per rullini formato 135 (24x36 mm) da 36 fotogrammi vale:

 

Dimensione file

Prezzo compresa IVA in €

1.8 MB 

8,97

7.0 MB 

10,59

11.5 MB 

12,22

16 MB 

13,85

23 MB 

22,80

28.5 MB

30,14

 

(sono i prezzi di listino del laboratorio Il Colore)

 

Conclusioni

Non è solo la qualità a dire digitale ma anche dei semplici conti. Se la pellicola fosse stata veramente superiore si sarebbe anche potuto dire “spendo di più ma ottengo di più” un po’ come si fa con certe lavorazioni artigianali. Ma così? Spendere di più per ottenere di meno?

 


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©2011 Aristide Torrelli