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Le impostazioni magiche



L’antefatto

Periodicamente, prima di andare in vacanza (Natale, settimana bianca, Maldive…) , c’è chi mi scrive (o mi telefona) chiedendomi: “Ho appena comprato una Canon xxxD e sto per partire per le vacanze. Siccome tu sei un appassionato e conosci le Canon, mi suggerisci le impostazioni da impostare sulla mia fotocamera così posso ottenere delle belle foto?”.
Regola d’oro numero uno: mai, e dico mai, comprare qualcosa proprio a ridosso di quando ci serve. Intanto potrebbe guastarsi subito (si chiama mortalità infantile) ma voi non avreste il tempo di farla riparare. Se ci sono difetti di fabbricazione, infatti, questi tendono a venire fuori nei primi giorni di utilizzo. Dopo due/tre settimane, se non ci sono stati problemi, potete star sicuri che il prodotto è affidabile e durerà quanto previsto.
Perciò, se dovete fare una vacanza speciale da cui volete portare indietro tante belle foto, non aspettate fino all’ultimo momento per cambiare fotocamera. Prendetela prima in modo che, se si guasta per mortalità infantile, avete tutto il tempo per risolvere il problema.

Regola d’oro numero due: mai fare affidamento su qualcosa finché non la si sa utilizzare. I manuali delle fotocamere sono lunghi e anche se usate poche funzioni dovete comunque leggerne una buona parte.
Talvolta qualcuno aggiunge:”Leggerò il manuale in aereo, ma se potessi comunicarmi le impostazioni sarei già un passo avanti”.
Praticamente mi stanno dicendo due cose:

  1. leggi il manuale al posto mio;

  2. leggimi la mente.

Potrei anche fare quanto riportato al punto 1, leggere il manuale e magari scrivere un libro sull’utilizzo della fotocamera. Il problema è che tale libro sarebbe lungo il triplo del manuale perché, a differenza dei manuali, non potrei dare tante cose per scontate e dovrei spiegare il contesto di certe regolazioni.
La seconda cosa, leggere la mente, mi riesce veramente difficile. Ci ho provato, lo giuro, ma proprio non ci riesco. Forse devo perfezionare la tecnica, chissà.
Facciamo comunque finta di voler assecondare queste persone e fornirgli un elenco di impostazioni. Se scattassi in JPG (non lo faccio) utilizzerei un Picture Style neutro e Contrasto al minimo possibile. Perché? Perché, dopo lo scatto, io ottimizzo i miei file (lo sapete tutti, scatto in raw, bilancio il bianco, uso le curve e così via, anche se questo, per chi mi fa queste domande, è solo un bla bla bla) e con queste regolazioni ho la massima gamma dinamica possibile e quindi le migliori condizioni per lavorare i file. Ma se questi sto-per-andare-in-vacanza-e-non-ho-letto-il-manuale utilizzassero queste regolazioni, al loro ritorno, otterrei un sacco di e-mail piene di accidenti dovuti al fatto che avrebbero immagini piatte, sbiadite e da lavorare in post produzione. Una enorme perdita di tempo (per loro).
Potrei allora consigliare un Picture Style Vivido e Saturazione a +2, Contrasto a +1 e Nitidezza a +4. Al ritorno, ci scommetto, le lamentele sarebbero: “Con le tue impostazioni tutti i fiori che ho fotografato sono innaturali”.
La verità è che non esistono impostazioni magiche. Anzi, chi utilizza le reflex digitali, lo fa perché vuole un maggior controllo su quello che la fotocamera fa e quello che non fa. E questo richiede di pensare, studiare e sperimentare, non un elenco di impostazioni da inserire nella fotocamera. Impostazioni, oltretutto, di chi non scatta in JPG ma in RAW (io)!
Non c’è un modo giusto per fare una certa cosa in fotografia. Nei miei articoli vi spiego come faccio una cosa e come impatta sull’immagine, cosa succede e così via. Non fornisco una serie di istruzioni standard da seguire senza sapere cosa provocano.
Ma con la pellicola ottenevo delle stampe meravigliose, dice uno, perciò la mia fotocamera a pellicola deve avere delle impostazioni particolari. Non proprio. Molti di noi usavano pellicole negative che Kodak e Fuji avevano portato all’estremo limite come resistenza agli errori (latitudine di posa) e che i sistemi di sviluppo usati dai laboratori correggevano dagli errori più comuni.
Il digitale è diverso. Se sovresponete, i pixel avranno valori RGB di 255, 255, 255. La sottoesposizione produce pixel indistinguibile dal rumore. Solo se catturate dati tra questi due limiti avete una possibilità di ottenere l’immagine che volete.

La regolazione magica n° 1:
L’istogramma. Se non sapete come si imposta, cercatelo sul manuale. Se la fotocamera permette l’istogramma RGB, impostatelo. Certo, dovete anche saperlo leggere, ma ricordate i limiti che vi ho detto prima: il rumore/sottoesposizione è il lato sinistro dell’istogramma, la sovresposizione è il lato destro. Se la curva si appoggia pesantemente ai lati, avete perso delle informazioni. In scene molto contrastate potreste non essere in grado di evitarlo ma almeno sarete voi a decidere cosa sacrificare, se le ombre o le alte luci;

La regolazione magica n° 2:
Autofocus, tutto o niente. Mettete la fotocamera sull’autofocus più sofisticato che permette oppure sulla messa a fuoco manuale. Evitate le regolazioni intermedie (che sono quelle che io uso di più) perché richiedono grande studio e pratica per essere padroneggiate. Tutte queste regolazioni intermedie hanno delle sfumature da conoscere per utilizzarle a fondo e non potete pensare di impararle in aereo con una lettura del manuale e senza pratica. Provateci e ditemi quante immagini fuori fuoco avete ottenuto.

La regolazione magica n° 3:
Controllate qualcosa. Uno dei controlli più importanti è il modo di esposizione. Quello da non usare mai è il totalmente automatico (il rettangolo verde sulle Canon), a meno che non stiate porgendo la fotocamera a qualcuno per farvi fare una foto. Di solito sono presenti le impostazioni classiche (Programma, Apertura, Tempo e Manuale) e una serie di Scene. Se non volete usare uno dei modi classici almeno fate lo sforzo di scegliere la regolazione di Scena più adatta al soggetto che state per riprendere. Se avete un po’ di background fotografico, sapete che la priorità dei diaframmi (Apertura, Av sulle Canon) è la scelta classica perché impatta sulla profondità di campo. In ogni caso, voi state scegliendo qualcosa e la fotocamera fa del suo meglio per far lavorare bene il resto.

In ultimo, controllate di più. Più prendete confidenza con la fotocamera più dovete disattivare qualche automatismo e cambiare le impostazioni di default. Cambiate una cosa alla volta e siate certi di padroneggiarla prima di cambiarne un’altra. Non disattivate tutte le cose tutte insieme, non ne uscireste vivi.
Il miglior libretto di istruzioni si trova dietro le bottiglie di shampoo: insapona, risciacqua, ripeti. Fate lo stesso con le fotocamere: imparate, sperimentate, controllate i risultati, ripetete. Sceglietevi una cosa da imparare (il bracketing, il bilanciamento del bianco…), sperimentate con questa cosa e osservate come funziona. Imparate a controllare questa cosa e poi ripetete il processo con una cosa nuova.


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©2015 Aristide Torrelli