Le fotocamere “reflex” senza specchio ed i netbook: un parallelo
Tutti i costruttori si stanno buttando nel settore delle reflex senza specchio,
tipo la Panasonic G1/G2/G3. Secondo me, gli ultimi
avranno
una
grossa
delusione.
Perché?
Perché,
nella
mia
opinione, è un
fenomeno
passeggero
ed il mercato non è in grado di sostenerli tutti.
IDC (una società che osserva i fenomeni
legati alla tecnologia) ha diffuso dei dati in cui si vede che le consegne dei
processori per i netbook (i famosi Atom di Intel) stanno diminuendo in rapporto
alle quantità che Intel ha consegnato in passato. Il significato di questo
fenomeno è molto semplice: i produttori hanno intenzione di produrre meno
netbook nel futuro prossimo. Inoltre, altri dati mostrano che il picco nelle
vendite dei netbook è stato superato. Perciò, ad un paio di anni dalla loro
comparsa, i netbook hanno raggiunto la saturazione del loro segmento di mercato.
Anzi, forse la situazione è anche peggiore di quanto appaia, considerando che
qualcuno di quei processori Atom finirà nei cloni dell’iPad che stanno per
apparire.
Cosa
c’entra questo con le reflex senza specchio, vi starete chiedendo. C’entra,
c’entra.
I netbook, secondo me, non sono mai stati il futuro della
microinformatica, del personal computer. Sono oggetti differenti a seconda delle
differenze di necessità tra persone. Sono una soluzione a basso costo per chi ha
poca disponibilità economica, sono una soluzione più leggera, più piccola, più
portatile, abbastanza buona, per chi ha già uno o più computer decenti ma ha
bisogno di qualcosa di comodo per “fare” la posta o scrivere quando è in
viaggio. Sono un primo approccio con il mondo dell’informatica per uno studente.
Sono
fighi. Ma
hanno
un
limite
superiore
alle
prestazioni.
Le reflex
senza specchio seguono una strada molto simile. Una crescita veloce che copre
una serie di “bisogni”: piccole, leggere, convenienti, fighe e (relativamente)
poco costose. Panasonic, all’uscita della G1, dichiarò che esisteva un nuovo
mercato tra le compatte e le reflex ed in effetti c’erano (e ci sono ancora) dei
“buchi” tra le compatte di alto livello e le reflex di fascia bassa. Però sono
dei “buchi” creati artificialmente dai costruttori che non hanno portato al
limite le prestazioni di compatte e di reflex per coprire tali buchi in mezzo
alle due fasce.
Mi sarebbe
piaciuta una compatta con sensore grande. Dov’è? C’è la Leica con il 35 mm
equivalente ma non è una vera compatta (vorrei lo zoom) e costa un accidente.
Vorrei una reflex con le caratteristiche essenziali, nessun automatismo
d’esposizione (le famigerate scene), un autofocus non “esagerato” nelle
prestazioni e nei costi, nessun video, nessun live view, nessuno scatto a
raffica e così via. Non c’è (la Canon 1000D o la Nikon D3000 sono ancora
troppo). I costruttori hanno disatteso la necessità dell’utente di una
fotocamera più piccola, più leggera, più economica e molto competente come
prestazioni.
Le reflex
senza specchio che vediamo oggi, coprono questo buco, un po’ come i netbook
hanno coperto il buco tra un palmare ed un notebook. Queste reflex sono piccole,
leggere e competenti ma il buco che coprono non è così grande come molti pensano
e una volta che il possessore di reflex ha una buona compatta, la domanda di
reflex senza specchio diminuisce.
Secondo me
vedremo, da parte di ogni costruttore, uno spettro continuo di fotocamere che
partirà dalle compatte, passerà per le reflex senza specchio e finirà nelle
reflex di fascia bassa. Probabilmente ci saranno anche delle sovrapposizioni.
Quello che
mancherà sarà la domanda. Non ce ne sarà a sufficienza affinché ogni costruttore
possa mantenere in catalogo una compatta di fascia alta, una reflex senza
specchio (due?) ed una reflex di fascia bassa (due?) e crescere per più di un
anno o due.
Che poi è
quello che è successo con i netbook. Grande richiesta perché, in effetti, c’era
un vuoto da colmare ma, una volta colmato, la gente ha smesso di acquistare
netbook ed è tornata a cercare le prestazioni che gli necessitano.
Gli unici
che se ne avvantaggeranno saranno i precursori, Olympus e, soprattutto,
Panasonic che hanno sfruttato la richiesta iniziale per accaparrarsi una
discreta quota di mercato ed hanno proposto fotocamere di buonissimo livello.
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©2011 Aristide Torrelli