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Quanto grande puoi stampare?

Ovvero, di quanti megapixel abbiamo bisogno?


Dopo uno scambio di opinioni con un amico sulla dimensione ottenibile in stampa a partire da un file di 3 megapixel, mi sono reso conto che c’è ancora molto da chiarire sull’argomento.

Parlando di reflex, quindi di almeno 6 megapixel su un sensore APS-C, posso dire che se non ottenete ottime stampe 33x48 cm (A3+) il problema non è la reflex. Tuttavia una risposta di questo tipo, a mo’ di assioma, merita un approfondimento.

Cominciamo con la densità dei pixel in stampa:

Entrambe le situazioni sono osservate più da vicino rispetto alla canonica distanza di osservazione, con una lente e su stampe almeno 30x40 cm.

Ma tra 150 dpi e 240 dpi che succede? A seconda del livello di dettaglio (elevate frequenze spaziali) e di artefatti nell’originale, potete vedere o meno delle differenze. Sapendo stampare, tuttavia, queste stampe dovrebbero essere buone.

Analizziamo i tre livelli qualitativi:

  1. < 150 dpi = povero. Le aree con estremo dettaglio mostrano differenze rispetto alla stessa immagine stampata con qualità superiore, gli artefatti (es. il rumore) si vedono immediatamente. Queste stampe presentano ovvii problemi di qualità se osservate da vicino.

  2. tra 150 dpi e 240 dpi = buono. Ci possono essere dei piccoli problemi nelle aree molto dettagliate, che però tendono a non essere visibili alla normale distanza di osservazione e sono difficili da vedere anche da vicino, specialmente avvicinandosi ai 240 dpi.

  3. >240 dpi = eccellente. Abbiamo una risoluzione tale da raggiungere il massimo ottenibile dalla stampante a getto d’inchiostro. Superare tale risoluzione è necessario solo se la periferica d’uscita è ottimizzata per tali valori.

I numeri 150 e 240 non sono casuali. Le stampanti Epson hanno una risoluzione di 1440 dpi e le HP hanno 1200 dpi (sarebbero ppi ma per comodità di trattazione parleremo di dpi). Il valore 150 è 1200/8, mentre 240 è 1440/6, cioè sono sottomultipli della risoluzione di stampa delle stampanti correntemente in uso. Quindi i divisori 8 e 6 rappresentano il lavoro che il driver di stampa deve effettuare per portare il file alla risoluzione che gli occorre. Più è piccolo e meno lavoro occorre.

Attenzione che stiamo parlando di densità di stampa. La densità, in Photoshop, si controlla mediante il parametro Resolution nella schermata Image Size, con Resample Image non selezionato. Non permettiamo, cioè, al software di inventare dei punti in più.

Guardiamo ora al numero di pixel componenti l’immagine. Una Canon EOS 300D (o una Nikon D70) ci da un file 3000x2000 pixel. Se stampo a 300 dpi allora avrò 3000/300=10 “ (10 pollici = 25,4 cm). Quindi, secondo i parametri riportati sopra, avrò una stampa eccellente da 25 cm sul lato lungo. E sul lato corto? 2000/300=6,7 “ (17 cm). Ma se volessi una stampa 20x25 cm? Dovrei stampare a 250 dpi (2000/250=8 “ = 20 cm) e tagliare un po’ dei 3000 pixel sul lato lungo (2500/250=10 “ = 25 cm). Stampare a 250 dpi ci fa restare ancora nella fascia di eccellente. Andiamo a vedere alcune risoluzioni di sensori e alcune dimensioni di stampa e vediamo cosa ne esce come qualità percepita.

 

sensore

20x25 cm

28x35 cm

33x48 cm

60x90 cm

4mp
2464x1632

Buono
204 dpi

Scarso
148 dpi

Scarso
130 dpi

Scarso-
68 dpi

6mp
3000x2000

Buono
250 dpi

Buono-
181 dpi

Scarso
158 dpi

Scarso-
83 dpi

8mp
3504x2336

Eccellente
292 dpi

Buono
212 dpi

Buono-
184 dpi

Scarso
97 dpi

10mp
3872x2592

Eccellente
324 dpi

Buono
235 dpi

Buono
203 dpi

Scarso
108 dpi

12mp
4288x2848

Eccellente
356 dpi

Buono
259 dpi

Buono
225 dpi

Scarso
119 dpi

16mp
4992x3328

Eccellente
416 dpi

Eccellente
302 dpi

Buono
262 dpi

Scarso
138 dpi

21mp
5616x3744

Eccellente
468 dpi

Eccellente
340 dpi

Eccellente
295 dpi

Scarso
156 dpi

 

I numeri sono arrotondati. Inoltre, in alcuni casi, ho utilizzato la dimensione orizzontale invece che quella verticale. Questo perché nei casi di immagini di dimensione inferiore si tenderà a fare un crop del lato lungo mentre per le immagini di dimensione superiore si farà il contrario (almeno io faccio così).

 

Che cosa ci dice la tabella? Che una volta raggiunti gli 8 megapixel abbiamo ottimi risultati fino al 33x48 cm, cioè la dimensione classica delle stampanti inkjet formato A3+ (Epson, HP, Canon). Inoltre vediamo che anche la 21 megapixel (Canon EOS 1Ds Mark III) non ha abbastanza pixel per un 60x90 cm.

Scusa, ma all’inizio non avevi detto che una 6 megapixel va bene fino al 33x48 cm? Perché ora dici di no?

Vi devo dare un’altra informazione: normalmente, con immagini senza rumore e artefatti, possiamo ingrandire di due volte (2x) senza che le differenze siano visibili alla normale distanza di osservazione. La 6 megapixel ha 158 dpi, cioè è al limite inferiore della fascia di buono. Una piccola interpolazione (120% della dimensione originaria) e ci troviamo nella fascia di buono.

Ma cosa significa senza rumore ed artefatti? Ci sono tanti modi per degradare la qualità di un’immagine (la lista non è certamente esaustiva):

 

Torniamo allora al punto principale del discorso: se scattiamo bene, alla sensibilità ISO minima, facciamo una postproduzione corretta, facciamo un minimo incremento delle dimensioni del file (al limite nessuno) e scegliamo le impostazioni corrette nel driver e la carta giusta, allora otterremo stampe ottime o eccellenti praticamente da ogni reflex presente sul mercato, fino almeno a 33x48 cm (A3+). Molti di noi sanno fare anche meglio: ho delle stampe eccellenti di dimensione 50x70 cm ottenute da file a 8 megapixel. Ovviamente ci vuole ancora più controllo nelle varie fasi. Certo che se mentre mi trovo a scattare nelle Badlands con la mia 5D (mi è capitato), ho vicino un tipo con un dorso digitale da 39 megapixel e un altro con una view camera 10x12 cm, avrò un lavoro durissimo per produrre una stampa di grande formato e probabilmente i due tizi di cui sopra avranno meno lavoro da fare e otterranno una qualità superiore. Dopotutto entrambi hanno almeno il triplo dei pixel che ho io (quello con la view camera dopo la scansione), anche se, misurando le dimensioni dell’immagine, non avranno un’immagine che è il triplo della mia, solo poco meno del doppio. La geometria non fa sconti.

Cosa fare in questi casi? Due cose: la prima è quella di infischiarsene. Io posso andare ovunque con la mia 5D, loro un po’ meno. E le cose più interessanti non sono facili e comode da raggiungere. La seconda è quella di unire più immagini con un software per panorami. In questo caso possiamo scattare 12 immagini (3 in orizzontale per 4 in verticale), magari in HDR, con tre scatti a forcella per ognuno dei 12 scatti. Avremo così un file enorme, da circa 9000x6000 pixel, cioè da 54 megapixel con una gamma dinamica di circa 10/12 f/stop. In un caso o nell’altro non invidio la loro attrezzatura.

Perciò non occorre diventare pazzi per i megapixel. Dopotutto quante volte avete stampato o avreste voluto stampare in formato superiore a 33x48 cm?

Le reflex attualmente sul mercato, quelle tra i 6 e i 12 megapixel, vanno benissimo per questa dimensione di stampe. Quello che serve è ottimizzare l’immagine con azioni proattive. Avere più megapixel può essere controproducente perché richiede ancora più disciplina nello scatto e altre cose che non avete ancora padroneggiato ma con cui ora avete a che fare. Se non siete padroni della tecnica in tutte le fasi del workflow, avere più megapixel non vi aiuterà.

 

Conclusioni

Per tornare all’affermazione iniziale del mio amico (ho visto una ottima stampa 50x70 ottenuta da una macchina a 3 megapixel), cosa posso dire non avendo visto la stampa? Che probabilmente il soggetto è non molto dettagliato (basse frequenze spaziali), che sono state seguite tutte le sane regole di scatto, postproduzione e stampa e che lo si osserva da almeno 90 cm, per cui bastano 100 dpi per ingannare l’occhio. Ma io, che voglio fare delle stampe fine art, non ci proverei proprio a fare una cosa del genere. Non ho mai provato a stampare 70x100 cm partendo dal negativo 24x36 mm e non stampo in formati grandi senza avere abbastanza informazioni nei file. Il teorema di Shannon non è un’opinione.


©2007 Aristide Torrelli