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Sulle orme di Ansel Adams


Tutti quelli interessati nella fotografia, di paesaggio ma non solo, hanno ammirato le immagini di Ansel Adams. Ce ne sono di iconiche (andate a rivedere il mio articolo Il livello tecnico ed estetico nelle nostre immagini - 3) e tanti tentano di ripercorrere le orme di Adams per imparare tanto sulla fotografia.

Io ho girato per Yosemite e per il Grand Teton, per Santa Fè e per il Grand Canyon e ogni volta mi sono chiesto:”Come ha fatto Ansel a creare quella tale immagine? Che periodo dell’anno era? Che ora del giorno?”. Se ci avete mai provato, avrete capito quanto lavoro ci va in un’immagine, saprete che non è per niente facile. Le sue immagini non mostrano alcuna evidenza dello sforzo da lui fatto per crearle. Ve ne accorgete solo quando provate a rifarle voi!

Alcune volte questo dipende solo dal tempo che è passato e dalla civilizzazione (?). Mi riferisco ad esempio alla chiesa di San Francisco de Asis a Taos. Nella foto di Ansel manca un elemento che c’è nella mia: il contatore del gas!

 

La chiesa di San Francesco d'Assisi a Taos (Ansel Adams)

La stessa chiesa (Aristide Torrelli)

Lo potete vedere sulla destra, con l'ombra che si riflette sul muro. Poi c'è anche un palo dell'illuminazione e dei cavi aerei. In questi casi magari, possiamo usare Photoshop per togliere qualcosa, visto che anche cambiando inquadratura qualche modernità cade nel campo ripreso. Magari Ansel ci capirà!

Io ho provato a cambiare un paio di inquadrature:

 

 

In entrambi i casi ci sono segni evidenti che, secondo me, tolgono impatto all'immagine, distraggono, e perciò vanno tolti. Notate come la prima sia molto simile, come inquadratura, a quella di Adams. Che volete, sarà pure un cliché ma fino a che non la scatto pure io ...

L'elemento di disturbo può anche essere rappresentato dagli alberi che nel frattempo sono cresciuti o i guardrail che sono stati installati nel posto che ora è uno stupendo belvedere

Snake River (Ansel Adams)

Snake River Overlook (Aristide Torrelli)

In molti casi ma non purtroppo in questo, basterebbe salire sul tetto della macchina. Ansel lo faceva!!!

Ansel Adams sul tetto della sua auto

In tanti casi può essere evidente dove Adams aveva piazzato il suo treppiede e non c’è nulla che vi impedisca di farlo anche voi. Tuttavia non è così evidente il come ha scattato. Ansel Adams era famoso per l’estrema profondità di campo, dal primissimo piano allo sfondo. Ma lui scattava con macchine grande formato (8” x 10”, 20x25 cm) che permettevano i movimenti basculanti del piano dell’ottica e del piano della pellicola, cosicché poteva ottenere la profondità di campo che gli necessitava.

Ma anche senza tali movimenti, la vostra reflex digitale, con il suo sensore ben più piccolo di 20x25 cm, vi garantisce più profondità di campo di quanta ne potesse ottenere Adams. Perciò non lasciate che la differenza di attrezzatura diventi una scusa. Pensate a ciò che state facendo, capite e imparate i limiti della vostra attrezzatura e lavorate in accordo ad essa.

Talvolta potrete incontrare una vista che presenta dei problemi logistici e degli ostacoli pratici per poter scattare. Ma Ansel lo ha fatto! Allora, se lo ha fatto lui, siete consapevoli che almeno una volta è stato possibile. E se è stato possibile una volta … il suo lavoro può servire come fonte di ispirazione e come sorgente di sfida personale.

Ansel era famoso anche e soprattutto per quello che faceva alle sue immagini, ai suoi negativi, dopo lo scatto. Era una leggenda della camera oscura. La seconda metà della fotografia comincia dopo aver scattato l’immagine. Adams lo sapeva e ne teneva conto quando scattava. La fotografia ha delle limitazioni per come la fotocamera vede il mondo. Anche l’occhio le ha ma l’insieme occhio/cervello compensa dinamicamente molte di queste limitazioni di cui nemmeno ci accorgiamo. Le pupille si dilatano o si contraggono quanto necessario mentre guardate una scena. Il cervello modifica le esposizioni necessarie e unisce i singoli “fotogrammi oculari” per creare una tela mentale composta da scatti multipli. Non c’è motivo affinché noi non si faccia altrettanto con una fotocamera.

Adams lavorava nella camera oscura, con sostanze chimiche. Sarebbe sicuramente un grande sostenitore delle possibilità odierne della camera chiara digitale. Il suo lavoro di sovra e sottoesporre, sovra e sotto sviluppare, bruciare, mascherare e così via, può essere fatto molto più semplicemente e con più controllo oggi, in digitale. Se non vi avvalete di tutti o almeno alcuni di tali strumenti non state seguendo veramente le orme di Ansel Adams, anche se fotografate negli stessi luoghi che lui ha fotografato negli anni ’30, ’40 e oltre. L’uso creativo della camera oscura non è iniziato con Adams  e certamente non è finito con lui.

Tutte queste tecniche digitali sono utili ma attenzione a non abusarne, creando immagini che semplicemente sono irreali, non credibili. Però utilizzatele per estendere i limiti della vostra fotografia fino a poter riprodurre ciò che i vostri occhi, il vostro cervello e il vostro cuore hanno visto.

Seguire le orme di Ansel Adams in campo e nella camera chiara digitale può aiutarvi a spingere la vostra creatività verso nuovi limiti. E questo è vero sempre, indipendentemente da dove scattate e che cosa fotografate o come elaborate le vostre foto nella camera chiara.

Conclusione

In ultimo, che dire. Ripercorrete i passi di una leggenda per imparare di più sull'arte della fotografia e sfidarvi nella creazione di immagini.


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©2013 Aristide Torrelli