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Lo sharpening: i fondamenti


Cos’è

Sharpening vuol dire incrementare il contrasto ai bordi delle immagini e serve a recuperare o aumentare la nitidezza di un'immagine

 

Perché

La nitidezza dipende da vari fattori, oggettivi (qualità dell’ottica, megapixel del sensore, elettronica di elaborazione della fotocamera…) e soggettivi. La soggettività nella percezione può essere aiutata aumentando l’acutanza, cosa che una volta si faceva con sviluppi dedicati in camera oscura e oggi si fa con lo sharpening. Anche questa tecnica ha lontani parenti in camera oscura: la maschera di contrasto, infatti, veniva utilizzata anche con i negativi, specie di grande formato. L’obiettivo della tecnica è quello di generare dei micro-aloni chiari e scuri lungo i bordi in modo da "ingannare" il nostro cervello e fargli credere di guardare un'immagine più nitida.  Con la pellicola la tecnica consisteva nel fotografare il negativo, sfocandolo leggermente, e poi metterlo a registro con l’originale sfalsandolo di pochissimo in orizzontale e verticale. Questo faceva si che la luce dell’ingranditore filtrasse solo lungo i bordi dell’immagine (il negativo fotografato è un positivo e quindi, appoggiato sul negativo originale scuriva tutto) e l’effetto fosse quello di ripassare con la luce i bordi dell’immagine, un po’ come si fa con una matita per migliorare la nitidezza di un disegno.

 

I tre passi dello sharpening 

  1. Recupero della nitidezza persa in acquisizione
  2. La fase artistica
  3. Recupero della nitidezza per la stampa

 Questi tre passaggi non sono obbligatori, tuttavia posso garantire che il primo e il terzo sono sempre necessari. Io li faccio fare in automatico dal mio convertitore raw, il primo, e dal software di stampa, il terzo. Ma perché sono necessari? In fondo lo sharpening artistico si può anche capire a cosa serve. Ma gli altri?

 

 Recupero della nitidezza persa in acquisizione

La presenza del filtro anti-aliasing è il primo perchè dell'operazione di sharpening: attraverso questa elaborazione dell'immagine, si vuole recuperare per quanto possibile la nitidezza persa in origine. Si tenga sempre presente che tale filtro serve ad evitare interferenze tra i pixel del sensore e soggetti composti da linee molto fitte. Quando ci si avvicina, come frequenze spaziali, al limite del sensore, allora possono insorgere fenomeni di moire. Il filtro anti aliasing non è quindi eliminabile dai sensori con filtro di Bayer.

Questa tematica riguarda le immagini in formato RAW. Tali immagini sono infatti un negativo digitale, in quanto riportano tali e quali le informazioni provenienti dal sensore della fotocamera, senza nessuna elaborazione. Al contrario, quando la fotocamera salva le immagini in formato JPEG, tali dati subiscono varie processamenti da parte del processore a bordo della fotocamera stessa tra cui anche lo sharpening.
Per questo particolare aspetto, il formato RAW ha lo svantaggio di richiedere un processamento obbligatorio su PC con un RAW converter, ma ha il vantaggio di permettere il raggiungimento della massima qualità della foto.

 

La fase artistica

È, appunto, un motivo artistico: si può aumentare o diminuire la nitidezza di alcune zone dell'immagine per evidenziare un soggetto. L'esempio classico è il viso di una modella: importantissimi sono gli occhi e il sorriso, per cui questi dovrebbero avere una nitidezza maggiore della pelle del viso, che invece dovrebbe essere soft.

 

Recupero della nitidezza per la stampa

Il motivo ha a che fare con la tecnologia della stampa. Soprattutto per le stampanti a getto di inchiostro ma anche per altre tecnologie, la foto è composta da una distribuzione di minutissimi punti colorati, che guardati da una distanza accettabile ingannano l'occhio e diventano un'immagine nel suo insieme. Questo processo porta intrinsecamente ad una perdita di dettaglio e di nitidezza, per compensare la quale è necessario applicare uno sharpening.

 

Cosa fa e cosa non fa

 

Come si fa

Ci sono alcuni sistemi che esporremo per fare lo sharpening ma, fondamentalmente, è meglio farlo nel modo colore LAB usando solo il livello di luminanza (Lightness). Questo ci garantisce di non avere influenza sui colori.

Selezionate da menu Image / Mode / Lab Color  per passare al metodo LAB e poi  Window / Show Channels. Nella palette dei canali selezionare il canale Lightness.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora applicate la maschera di contrasto  (o un altro metodo ) Filter / Sharpen / Unsharp Mask.

 

 

 

Fate click su OK.

 

Poi scegliete "Fade Unsharp Mask..." dal menù "Edit", impostando il blending mode "Luminosity".

 

 

 

 

 

il passaggio dallo spazio colore originale RGB allo spazio colore LAB e ritorno non è indolore ma comporta un certo "dithering", cioè una degradazione (più o meno accentuata, a seconda del nostro metro) visibile soprattutto nelle aree in cui ci sono passaggi di tonalità molto lievi, dovuti ai passaggi matematici di conversione da uno spazio all'altro (meglio, agli effetti collaterali, tipo arrotondamenti). Il passaggio “Fade Unsharp Mask” serve ad evitare questo degrado.

 

Quindi selezionate nuovamente il metodo RGB con Image / Mode / RGB Color.

Sharpening eseguito.

 

L' utilizzo dei layers e mask

Un ottimo consiglio è creare un nuovo livello in cui ricopiare l'immagine stessa e impostare un blending mode a "Luminosity", quindi applicare l'USM su questo layer, magari esagerando un pochino, e poi centellinare per bene l'effetto agendo sullo slider Opacity (che regola l'opacità del livello), riducendola a meno del 100%.

 

Conclusioni

In questo primo articolo abbiamo affrontato le basi dello sharpening. Ora sapete cos'è, a cosa serve e sapete fare uno sharpening veloce ma non troppo raffinato. Nel secondo articolo della serie affronteremo nel dettaglio l'USM.


©2007 Aristide Torrelli