Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione

Aforismi e citazioni sulla fotografia



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Molti grandi fotografi hanno detto la loro sulla fotografia, o meglio, sulla loro visione di essa. E’ interessante ripercorrere alcune di queste citazioni per rendersi conto di come il focus è sempre su noi stessi, sul nostro occhio, il nostro cuore, la nostra visione e non sull’attrezzatura. Talvolta ci comportiamo in maniera compulsiva nei confronti dell’acquisti di un nuovo gingillo, sia esso una fotocamera o un’ottica. E’ vero, nel breve questo elemento di novità stimola la nostra creatività. Immaginate di acquistare un obiettivo macro: i primi giorni con esso scatterete centinaia di immagini di oggetti piccoli, anche solo per vedere “quanto è inciso!”. Poi passerete a farci anche le foto “normali”, che so, i ritratti. E magari noterete che per i ritratti, forse, “E’ troppo inciso!”, evidenzia anche i piccoli difetti della pelle. Poi, dopo un paio di settimane, se la macro non è una delle vostre motivazioni fondamentali, quella splendida ottica finisce nel cassetto e verrà utilizzata raramente (per me raramente vuol dire meno di 100 foto l’anno).
Allora andiamo a leggerci quel che i fotografi del passato e del presente hanno da dirci e facciamo scorrere dentro di noi le loro affermazioni, filtriamole, digeriamole, facciamole nostre e troviamoci uno spunto per essere più coinvolti ancora nella nostra fotografia.
Ho diviso le citazioni/aforismi in macro categorie: attrezzatura, tecnica e visione cioè lo strumento, le nostre capacità di usarlo con competenza tecnica e le nostre capacità di usarlo per creare la nostra arte.

Sull’attrezzatura
Andreas Feininger, fotografo molto noto, morto nel ‘99, scrittore di numerosi libri di fotografia, soleva dire: ”Chi non sa fare una foto interessante con un apparecchio da poco prezzo, ben difficilmente otterrà qualcosa di meglio con la fotocamera dei suoi sogni.” e aggiungeva anche: “Alla fin fine una fotocamera non ha certo capacità più creative di un pugno di argilla, che tuttavia nelle mani di un artista, può senz’altro divenire simbolo di vera espressione creativa.”
Portava sempre l’esempio di quel fotografo che, ad Atene, non avendo una fotocamera disponibile per fotografare una nota attrice, se ne fece prestare una dal portiere dell’albergo, una macchina economica e molto semplice. Eppure fece foto fantastiche.
Ernst Haas aggiunge: “Non bisognerebbe mai giudicare un fotografo dal tipo di pellicola che usa, ma solo da come la usa.”, spostando così l’attenzione dalla fotocamera a noi.
Alfred Eisenstaedt identifica cosa, di noi, serve: "L’importante non è la fotocamera, ma l’occhio.” e Henri Cartier-Bresson ci va giù ancora più pesante, non gli basta dire che la fotocamera conta poco: “È un'illusione che le foto si facciano con la macchina.... si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.”

Il Mercato del pesce nel Pike Place Market a Seattle

Sulla tecnica
Qui entriamo sul come si fa una foto, anche se i nostri vecchi saggi usano la tecnica per dire che è seconda all’arte. Inizia Robert Capa: “Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino.” e fin qui potremmo essere d’accordo, vista la storia di Capa e visto anche che, se ci avviciniamo, isoliamo il soggetto e questo è un bene. Però poi arriva Henri Cartier-Bresson: “Le prime 10.000 fotografie sono le peggiori.”
Che botta! D’altronde imparare il mestiere è lungo e faticoso, però sentirselo dire così…
Arriva Ansel Adams: “Non ci sono regole per una buona foto, ci sono solo buone fotografie.” e così ci dice che, dopo le diecimila foto di prima e tutta quella fatica per imparare, possiamo pure disimparare le regole apprese perché possono essere violate, quel che conta è il risultato!
E aggiunge Man Ray: Di sicuro, ci sarà sempre chi guarderà solo la tecnica e si chiederà come, mentre altri di natura più curiosa si chiederanno perché.”
Insomma, studiare tanto e poi far finta di nulla perché quel che conta è … l’arte espressa nell’immagine. E qui arriviamo al terzo punto, la nostra arte.

Sulla visione
Sotto questa voce troviamo la maggior parte delle citazioni che vi propongo.
Eugene Smith parte da una cosa tecnica, la profondità di campo, per arrivare a un’altra profondità: “A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?”
Henri Cartier-Bresson continua a indagare questa cosa e la chiarisce ulteriormente: “È necessario sentirsi coinvolti in quello che si ritaglia attraverso il mirino (....). Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un fatto e l'organizzazione rigorosa delle forme percepite visualmente che esprimono e significano quel fatto. È mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. È un modo di vivere…."
D'altronde, “La fotografia non mostra la realtà, mostra l'idea che se ne ha.”, come dice Neil Leifer.
In più, aggiunge Ferdinando Scianna, “Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo é lo specchio del fotografo.”
D’altronde, se la fotografia è arte, Nadar ci chiarisce che :”Non esiste la fotografia artistica. Nella fotografia esistono, come in tutte le cose, delle persone che sanno vedere e altre che non sanno nemmeno guardare.”, stesso concetto che esprime Diane Arbus: “Credo davvero che ci siano cose che nessuno riesce a vedere prima che vengano fotografate.” Poi Ansel Adams introduce un altro personaggio nella fotografia, un personaggio molto importante: “Ci sono due persone in ogni foto: il fotografo e l’osservatore.”
L’osservatore è un elemento che dobbiamo sempre tenere in considerazione perché è per lui, per la nostra audience, che stiamo fotografando, è a lui che stiamo comunicando il nostro messaggio. Ne erano ben consci Mario Giacomelli::”La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire.” e Irving Penn: “Un buon fotografo è una persona che comunica un fatto, tocca il cuore, fa diventare l’osservatore una persona diversa.”
Perciò diventano fondamentali il nostro messaggio e il nostro pubblico che lo riceverà. E sul messaggio dobbiamo essere chiari, dobbiamo esprimerlo bene, dobbiamo ragionarci sopra. Come diceva Ansel Adams: ” Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.” e anche Pepi Merisio è molto chiaro: “Quando faccio una fotografia non ragiono: anche se ti posso concedere che ho ragionato prima.”
In finale potremmo dire, con le parole di Helmut Newton: “Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare: tre concetti che riassumono l'arte della fotografia.”

Avete notato che la maggior parte delle citazioni è sulla parte artistica? E’ giusto così perché è la parte più importante. A un pittore non chiedete la marca di tela, pennelli e colori o se ha usato un pennello di un certo tipo o di un altro. Guardate il lavoro e cercate di afferrarne il messaggio.
Invece nella fotografia ancora ci si lancia nel chiedere con quale macchina o ottica è stata scattata una certa foto, come se questo fosse esiziale nella riuscita comunicativa dell’immagine!





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