Aristide Torrelli, fotografo fine art
Il mondo attraverso i miei obiettivi: luce, tecnica e visione

Qual è l’ISO massimo a cui posso scattare senza problemi?



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Ieri mi è arrivata l’ennesima email in cui mi chiedevamo quale ISO massimo si può utilizzare su una certa macchina (o sensore). Secondo me è il modo scorretto di ragionare sugli ISO. Ragionate così: qual è l’ISO più basso che potete impostare senza impatto sulle decisioni relative alla pdc (diaframma) e congelamento o meno del movimento (tempo)?
Il problema di alzare gli ISO (e della poca luminosità, perché gli ISO li alzo quando ho poca luce) è che entra in gioco pesantemente il rumore. Immaginate di non avere il rumore di lettura, il rumore termico e così via e di osservare solo il rumore dovuto ai pochi fotoni e alla loro casualità di arrivo (vedi mio articolo xxx). Il livello di rumore è uguale alla radice quadrata del numero di fotoni convertiti perciò, se catturate 100 fotoni, il rapporto S/N (segnale/rumore) vale 10. Se ne catturate 10.000, S/N=100.
Ora, per (relativamente) piccoli incrementi degli ISO, diciamo fino a 400 o 800, l’impatto sulla qualità d’immagine è visivamente nullo sulle stampe. Dopo un po’, tuttavia, l’effetto del rumore si fa sentire e rende meno accettabile l’immagine. Più alzo gli ISO e più ho del rumore e il rapporto S/R si abbassa e diminuisce la gamma dinamica utilizzabile dell’immagine. Andate sul sito di Bill Claff (http://www.photonstophotos.net) e cliccate il primo link, chiamato Photographic Dynamic Range Chart. Nella schermata che si apre, sulla destra, scegliete un apparecchio fotografico.

ISO - Range Dinamico della Canon EOS 5D mark II

A sinistra vedrete una curva disegnata su un piano cartesiano che riporta sulle ascisse gli ISO e sulle ordinate la gamma dinamica utilizzabile in diaframmi. Perché la domanda che vi siete posti all’inizio non è su quali ISO impostare ma quale gamma dinamica mi occorre per la mia immagine. Con questa domanda (e la curva di cui sopra) la risposta è semplice.
Per me, che voglio la massima estensione possibile, 100 o 200 ISO al massimo, oppure cambio corpo macchina e ne compro una con un sensore più performante, così posso salire anche a 400 o 800 ISO. Il metodo usato da Bill Claff non è lo stesso di DxO ma, come questo, tiene in considerazione il risultato finale, in questo caso la gamma dinamica. Non è un numero che non ci serve a niente ma un qualcosa che ci da indicazioni utili.
Perché certo il display lcd dietro la nostra fotocamera non può aiutarci. Per quanto ottimo possa essere, è sempre un 3” e sull’immagine non vedete il rumore. Se ingrandite allora state osservando i singoli pixel in un modo non normale e anche il rumore che vedere sull’lcd potreste non vederlo in stampa (o su un monitor 5K come quello del mio iMac 27”). E torniamo ancora alla domanda iniziale a cui posso rispondere solo per me stesso, perché, per quel che vi riguarda, non so se stampate e quanto grande e non conosco la vostra tolleranza al rumore.
Considerate che io stampo le mie immagini inizialmente a 33x48,5 cm, il formato A3+, e poi se mi occorre, le faccio stampare 50x70 cm o più grandi. Perciò la valutazione iniziale è sul 33x48,5 che poi è il formato di tutta una serie di stampanti inkjet di qualità elevatissima che troviamo comunemente negli studi di fotografi professionisti. Per molte persone quello è anche il massimo formato a cui stamperanno perché i loro clienti non hanno necessità di stampe più grandi.
Una stampa 30x45 su carta A3+, inserita in un passe partout 45x60 e poi incorniciata, ha una dimensione che sta bene sulle pareti di un salone e non scompare perché troppo piccola. Inoltre, se visualizzo in Lightroom un’immagine a riempire lo schermo, sul mio 5K ottengo una dimensione praticamente pari all’1:1. Riesco pertanto benissimo e vedere l’eventuale rumore, concentrandomi sul rumore di crominanza e tralasciando quello di luminanza che in stampa assomiglia alla grana della pellicola. Sto inoltre attento a eventuali variazioni di colore dovute all’innalzamento degli ISO e all’amplificazione elettronica. Inoltre io osservo la stampa da una distanza inferiore a quella di visione usuale e con una lente di ingrandimento perciò se non vedo problemi così, a maggior ragione non li vedrò in condizioni normali. Ricordate comunque che in bassa illuminazione tutto è difficile e anche se vi piacerebbe avere almeno sei diaframmi di gamma dinamica non sempre ci riuscirete.
Torniamo sempre all’esposizione, è lei che determina quanti fotoni arrivano sul sensore. L’esposizione è l’ammontare di luce di una scena, luce che viene “filtrata” dal diaframma e poi filtrata dal tempo di esposizione. La sensibilità ISO non c’entra niente!
Perciò se il rumore è il problema da evitare non dovete aumentare gli ISO ma aggiungere luce alla scena o aprire il diaframma oppure aumentare il tempo di esposizione.
L’aumento della sensibilità ISO è l’ultima risorsa e se quel che ottenete vi piacerà o no dipende da quanti fotoni saranno catturati dal vostro sensore e da quanto è recente. Quelli più vecchi, infatti, sono molto più proni al rumore termico e al rumore di lettura. E ovviamente anche le dimensioni contano, più è grande il sensore meglio è!

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