Il pericolo del digitale: più
scatti meno divertimento
Molte mie riflessioni nascono
da domande che mi vengono poste o da situazioni in cui mi trovo. Un amico mi
parlava, giorni fa, di quanto scatta in digitale e come fosse meglio la
pellicola perché scattava meno e rifletteva di più. Io scatto molto, anche
alcuni GB al giorno quando sono fuori a fotografare e mi ritrovo con un mucchio
di immagini. La domanda implicita del mio amico è: “Come riesci a guardare,
selezionare e catalogare tutte quelle foto?”
La risposta è legata al flusso
di lavoro e la sua ottimizzazione ma, visto che su questo ci ho anche scritto un
libro, voglio rispondere ad un’altra domanda,
come avere il controllo sulla quantità e qualità degli scatti in digitale.
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Non scattate.
La pellicola aveva un moderatore, il costo diretto. Ogni pressione sul
pulsante di scatto sulla mia Pentax ME Super mi costava circa 10 centesimi
di euro. Fate 100 scatti ed ecco partire 10€. Non potete non rendervene
conto perché dovete comprare la pellicola prima di un viaggio e poi dovete
farla sviluppare dopo. Se poi voleste stampare una copia di un’immagine
dovreste farvela scansire da pellicola spendendo almeno altri 10€ per una
buona scansione. Quando i costi sono così diretti diventa facile escogitare
dei modi per non premere il pulsante di scatto. Devo veramente portare con
me 70 rullini negativi colore da 36 (fanno circa 200€) per tre settimane nei
deserti USA? Devo veramente stampare quell’immagine in formato gigante
(fanno circa 50€ ogni volta che rispondo si)? Il contro di questo approccio
è che si rischia di diventare troppo conservativi e mancare troppi scatti.
Ricordate che gli scatti che non fate sono persi al 100%, come quelli venuti
male. Tuttavia tener presente i costi diretti modera il numero di foto per
molti. Il digitale non ha tale moderazione, almeno non direttamente. Se
portate con voi una scheda da 4 GB potete metterci circa 200 scatti raw di
una 15 megapixel, e non sono pochi. Tralasciando il caso di comprare più
schede, dischi portatili ed altro, che aumentano i costi, una scheda da 4 GB
significa avere un giorno con scatti illimitati. Il problema è: “Ma dobbiamo
proprio riempirla quella scheda?”. La risposta è “Limitatevi nello
scattare”.
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Assicuratevi di non star scattando a casaccio nella
speranza di fotografare qualcosa di buono. Abbiate uno scopo e non
schiacciate il pulsante di scatto finché non siete sicuri di catturare
qualcosa che corrisponde allo scopo.
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Incartate ogni scheda di memoria in una banconota da 20€.
A parte la riserva di denaro in caso di emergenza, rinforzerà il
concetto che le immagini costano soldi. Vedrete che dopo un paio di
uscite con le schede avvolte nella banconota, avrete ben afferrato il
concetto.
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Imparate la differenza tra scatto pianificato e scatto
spontaneo. Le foto di paesaggio tendono ad essere pianificabili. Non
dovreste tornare a casa con 300 piccole varianti dello stesso scatto
(fanno 30€). Sviluppate la vostra tecnica e la vostra vision abbastanza
da potervi fidare di esse. Riportate
a casa 10
immagini tra
cui
scegliere
(1€).
Certo, se state fotografando vostro figlio che gioca
dovete riportate a casa tutta la sequenza perché quello che succede non
si ripeterà ed è pure molto spontaneo.
In poche parole: Scattate meno.
Fate si che ogni scatto conti.
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Guardate
e cancellate.
Utilizzate il display LCD per rivedere le immagini e cancellare quelle non
ottimali. Alcuni deridono chi lo fa, non io purché il sistema sia usato per
raffinare le scelte nello scatto e non altro. Quello che non sopporto è chi
cerca di capire i dettagli della composizione su un display LCD da 3 pollici
e non su uno da 20 pollici. Guardate nel mirino prima di scattare,
piuttosto. Il bello del digitale è che non si devono aspettare settimane per
sapere se il tentativo che abbiamo fatto è riuscito o no. Immaginate di
scattare all’acqua che scorre. Con la pellicola dovete fare svariati scatti
con tempi diversi per essere certi di ottenere quanto immaginato. Il
digitale ce lo dice subito.
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Sugli scatti pianificati controllate se lo scatto è
quello che volevate altrimenti cancellatelo.
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Sugli scatti spontanei fate una revisione veloce nei
tempi morti e cancellate le immagini evidentemente sbagliate.
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Classificate ed applicate i metadati nella fase di
ingestione.
Non aspettate di tornare a casa dopo un lungo viaggio per trasferire le
immagini. Fatelo ogni sera e cominciate immediatamente il processo di
catalogazione. Io uso Lightroom su un netbook nelle trasferte. Posso
iniziare a guardare le anteprime a grandi dimensioni già durante il
trasferimento e posso, così classificare le immagini anche prima che la
scheda di memoria sia stata completamente copiata.
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Durante il trasferimento applico più metadati possibili,
da quelli di base che applico ad ogni ingestione (vedi libro) ai dati
relativi al posto visitato ed alcune altre parole chiave.
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Trovate le immagini da cancellare e cancellatele. Non
serve sprecare spazio per esse. Meglio farlo prima che dopo. Avreste già
dovuto eliminarle nella fase Guardate e Cancellate ma è chiaro che
qualcuna può sfuggire e questo è il momento di eliminarle, prima che
intasino il vostro PC.
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Trovate le immagini migliori e marcatele subito con
cinque stelle.
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Non tentate di catalogare nelle tre categorie da
cancellare, da tenere, migliori. Quando avrete più tempo, a casa, ci
lavorerete di fino ma ora importante è separare il grano dal loglio.
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Usate l’ABC.
Galen Rowell, uno dei miei riferimenti assoluti, usava un sistema basato
sulle lettere A, B e C per catalogare le sue diapositive. Galen è morto
prima dell’esplosione del digitale ma il suo sistema è, per me, ancora
valido. Quando siete in campo una scala a tre livelli è più che sufficiente.
Il dettaglio lo si cercherà a casa.
Io non uso le
lettere A, B e C, ma, usando Lightroom, uso le stelle.
Perciò A vale
cinque
stelle, B tre e C una.
In questo modo
mi riservo le categorie due e quattro stelle per raffinare le scelte.
Vediamo cosa significano A, B e C.
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A (5) sono le immagini vincenti. Galen dava la A a quelle
immagini che avrebbe usato in un libro o stampato ed esposto nella sua
galleria per la vendita. Siate sicuri che queste immagini meritino
veramente cinque stelle. Un suggerimento: non ne dovete avere tante, se
ne scattate una dozzina in un anno state andando bene. Se in un anno ne
avete più di 100 forse siete poco critici. Fate in modo che siano sempre
pronte, reperibili istantaneamente e con tutti i metadati associati.
Quando, a casa, le elaborerete, sarete pronti ad utilizzarle appena
finita l’elaborazione.
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B (3) sono immagini vendibili. Le definirei immagini
pubblicabili ed orgoglioso di averle scattate. La collezioni di immagini
B è destinata a diventare grande se siete bravi perciò usate i metadati
per poterle ritrovare e vendere.
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C (1) sono immagini che a qualcuno possono piacere e
potrebbe acquistarle anche se a voi non piacciono troppo.
Sono foto
che registrano un evento senza aggiungere sentimento, come, per capirci,
una foto scattata a metà giornata in un posto raggiungibile da tutti con
facilità. Probabilmente non ci farete più di 50€ ma, siccome io non amo
buttare via i soldi tengo anche queste immagini. Ci sono fotografi che,
di fronte a certi spettacoli, non fotografano neanche, affermando che
non ne vale la pena o che la foto “E’ una cartolina” (Ma che gli avranno
fatto le cartoline?). Io, al contrario, quando fotografo, incontro tante
di queste foto da 50€ e, sapete, 50 + 50 + 50 … beh, avete capito. E poi
ripenso sempre a quando la Corbis comprò da Galen Rowell le sue immagini
C per una discreta somma.
Andò bene ad entrambi.
Alla Corbis
che poté affermare di rappresentare le immagini di Galen Rowell e
aggiunse un incredibile numero di immagini alla collezione ma andò bene
anche a Galen Rowell perché incassò una bella somma e si tenne le
immagini migliori da cui, comunque, avrebbe potuto ricavare bei soldi.
Lo so, certe occasioni non capitano spesso ma se capitassero cosa gli
date, le vostre immagini B? Non credo altrimenti rimarreste senza niente
e dovreste ricominciare tutto da capo.
Gli
appassionati si staranno chiedendo perché quanto ho scritto sia importante. Beh,
se siete bravi potrebbe capitare il momento di passare al professionismo, in
fondo tutti i professionisti erano semplici appassionati, una volta. Se avete
buttato via tutte le immagini C e non avete usato i metadati per ritrovare le
immagini, buon fortuna nel trovarle e farci qualche soldo. E se pure non
diventerete mai professionisti almeno saprete quali sono le vostre immagini
migliori e saprete, quindi su quali immagini passare la maggior parte del vostro
tempo.
©2009 Aristide Torrelli