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OBA (Optical Brightening Agents)


 

OBA (Optical Brightening Agents) sono dei composti aggiunti alle carte che lavorano convertendo la luce ultravioletta (UV, invisibile) in luce visibile. Così facendo fanno apparire la carta più chiara o più bianca. Non cambiano il colore della carta, semplicemente ingannano l’occhio e gli fanno vedere la carta più bianca. Dopo una esposizione prolungata ai raggi UV (parliamo di anni), gli OBA cominciano a perdere la loro qualità fluorescente e lasciano il colore naturale ed originario della carta. Perché ne parliamo? Perché molte carte contengono OBA e, quindi, dopo molti anni, torneranno al loro colore originario, meno bianco e luminoso. E allora? Beh, non sempre vogliamo utilizzare carte con un colore leggermente giallastro (caldo) e qui la decisione si fa artistica.

Quali sono alcune caratteristiche degli OBA?

Come mi accorgo che una carta contiene OBA? Il metodo più semplice è quello di verificare la sua luminosità (ISO brightness) che esprime percentualmente la quantità di luce riflessa rispetto a quella incidente. Poiché ho visto carte con ISO brightness del 108%, e poiché la carta non è una sorgente d’energia, a meno che non sia radioattiva, ne posso dedurre che quella carta contiene OBA, visto che riflette più luce visibile di quella che gli cade addosso!

Un altro metodo è quello di utilizzare una immagine target bianca e che non riflette la luce fluorescente (sono prodotte da diverse aziende) e fotografarla insieme alla carta in esame. Poi, con delle semplici analisi in Photoshop, si vede se la carta è sbiancata con OBA o meno.

Gli OBA non causano ingiallimento della carta e non riducono la sua resistenza allo sbiadimento. Semplicemente, il colore percepito della carta tornerà ad essere il colore base della carta. Quanto ci vorrà? Per ora si sa solo che è un processo lungo, ma alla fine avviene.

La luce contiene quantità variabili di raggi UV (quella diretta del sole più di quella delle lampade alogene che ne ha di più di quella al tungsteno). Per cui la luce sotto la quale viene vista l’immagine reagisce in maniera diversa con gli OBA e quindi dovremmo prestare attenzione a questo fattore. In teoria dovremmo utilizzare profili colore diversi per le diverse luci utilizzate per esaminare il nostro lavoro.

In pratica, se l’applicazione non è fortemente legata alla perfezione colorimetrica (vedi musei), possiamo stare tranquilli.

Anche la carta fotografica a base argentea, quella classica, contiene OBA e questo non ha mai rappresentato un problema.

Insomma, io non mi preoccupo degli OBA, semplicemente uso la carta che ritengo più adeguata per il lavoro che sto facendo, non pretendo di prevedere tutte le luci possibili sotto cui osservare il mio lavoro.

Tra le carte che uso, ad esempio, la Entrada Bright White e la Kayenta contengono OBA. E le stampe sono eccellenti nonostante gli OBA.

 


©2007 Aristide Torrelli