Una domanda che mi sono fatto tempo fa e che
ogni tanto mi viene posta da qualcuno, è la seguente:
Chi ha usato una reflex digitale di qualche
generazione fa, specialmente le prime Nikon (diciamo fino alla D2x) lo sa bene.
Con la D2x, se scattate sempre alla sensibilità minima, avete (quasi) ragione a
dire che non avete bisogno della 5DmarkIII o della D4. Ma se alzate la
sensibilità di due o tre stop, diciamo a 400 o 800 ISO, le cose cambiano. Le
ombre si impastano, la gamma dinamica diminuisce drasticamente ed il rumore
aumenta in modo sensibile. Insomma, la qualità dell’immagine crolla.
Praticamente gli 800 ISO erano inutilizzabili per un uso professionale sulla D2X
(chiedete a Thom Hogan se non credete a me!).
Riflessi sul canale, Amsterdam
Canon G7 (37 mm, f/4,5, 1/320 s, 130 ISO)
Ed ecco la risposta alla domanda. Se la
reflex ha buona gamma dinamica e poco rumore a 6400 ISO, a maggior ragione avrà
caratteristiche migliori a ISO più bassi. Questo vuol dire un paio di cose: meno
(o nessun) rumore nelle ombre e diciamo tre EV in più sui tempi di scatto. Mi
spiego meglio. Se scattate foto ad animali utilizzate ottiche tipo 300/400/500
mm. Scattando a 100 ISO, se la luce cala rischiate di dover scattare con tempi
tipo 1/100 s, non sufficienti per garantirvi contro il mosso. Poter aumentare
gli ISO a 800 senza avere degrado della qualità, vi permette di utilizzare un
tempo di scatto adeguato alla situazione.
Per la storia delle ombre, leggetela così.
Le ombre sono a due o tre stop in meno rispetto al valore di esposizione.
Sarebbe come dire che, per poter esporre per le ombre mantenendo costanti tempo
e diaframma, dovrei aumentare gli ISO di due o tre stop. Cioè esporre a 400 o
800 ISO invece di 100. Ed è proprio quello che fate quando aprite le ombre con
una curva in Photoshop o Lightroom, aumentate la sensibilità nelle ombre. Perciò
è utilissimo avere alti ISO molto puliti.
La frase magica è “poter aumentare gli ISO
senza avere degrado della qualità”. Non dobbiamo scattare necessariamente a
6400/12800/25600 ISO, importante è che le sensibilità che usiamo non degradino
la qualità. Tecnicamente, ogni incremento di ISO degrada un po’ l’immagine ma
c’è una gran differenza tra perdere uno stop di gamma dinamica ad ogni raddoppio
di ISO e perderlo potendo aumentare gli ISO di tre o quattro volte.
I sensori oggi sono diventati veramente
buoni, perlomeno quelli 24x36 mm, i cosiddetti full frame. Le fotocamere che li
usano si comportano molto bene in quasi tutte le situazioni di scatto più
comuni. Sceglierne una piuttosto che un’altra dipende da fattori non comuni
relativi alla vostra fotografia. Vi occorre una elevata velocità di raffica e AF
velocissimo e precisissimo? Canon EOS 1Dx o Nikon D4. Volete dettagli
incredibili? Canon EOS 5DmarkIII o Nikon D800. Non fatevi ingannare dal numero
di megapixel, la capacità di risolvere i dettagli non dipende solo da questi.
Senza considerare la qualità del colore che sembra essere un punto debole per la
D800.
Tuttavia, se la vostra reflex non è della
generazione della D2X (per Nikon) o della D30/D60/10D/300D di Canon, non avete
tutta questa necessità di aggiornare il vostro sensore. Avete già una fotocamera
in grado di scattare grandi immagini.
Quel che rende difficili le cose è la
tendenza di molti fotografi a montare lenti di qualità inferiore su corpi
macchina eccellenti. Uno zoom consumer magari ha f/5.6 come massima apertura
alla focale più lunga. Questo vuol dire regalare due stop rispetto ad un f/2.8
prima ancora di iniziare. Nell’ottica in cui abbiamo ragionato prima, vuol dire
che la vostra sensibilità di base non è più 100 ISO ma 400 ISO! Nella situazione
di foto agli animali che ipotizzavamo prima, la vostra necessità di avere tre
stop in più significa scattare a 3200 ISO. Anche i migliori sensori mostrano
perdite di qualità a quella sensibilità. Cosa sto consigliando? Quello che
consiglio sempre: le ottiche sono più importanti del corpo macchina, compratele
buone.
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©2012 Aristide Torrelli